Prima che arrivassero i Carabinieri, a Pescara circolava moltissimo una parola: rispettabilità.
Veniva pronunciata con cautela, come se fosse un titolo nobiliare. "Ambienti rispettabili", "persone rispettabili" "gente perbene".
E ogni volta veniva spontaneo chiedersi: rispettabili secondo quale regolamento.
Perché qui la rispettabilità sembra un pacchetto preconfezionato.
Un conto in banca.
Una macchina fuori serie.
Una laurea appesa dritta al muro.
Magari una seconda casa in montagna.
Con questo, pare, sei assolto da tutto il resto. Anche dall'onestà intellettuale.
Il blitz dei Carabinieri ha fatto saltare il tavolo proprio su questo equivoco. Non ha scoperchiato un mondo oscuro. Ha disturbato un salotto. E da quel salotto, improvvisamente, si sono levate espressioni sorprese, occhi spalancati, frasi del tipo "non me lo sarei mai aspettato". Ipocrisia allo stato puro.
Perché non riguardava solo gli uomini.
Riguardava anche le donne. Quelle impeccabili. Quelle che parlano di pelle, di alimentazione, di equilibrio come se fossero valori morali. Quelle che sanno quando alzarsi, come farlo, cosa lasciare sul tavolo e cosa no.
La rispettabilità, a Pescara, è anche una questione di coreografia.
C'è questo modo educato di sparire per qualche minuto, che nessuno commenta. Non è fuga, è gestione. Un passaggio tecnico, come sistemarsi il rossetto o cambiare scarpe. Tutto resta al suo posto, compresa l'immagine.
E poi c'è stata quella scena. Una di quelle che, rilette oggi, fanno sorridere più di quanto dovrebbero.
Locale pieno, atmosfera curata. Dal tavolo accanto un uomo si alza senza dire nulla. Va in bagno. Due minuti dopo si alza una donna. Stesso tragitto. Ordinati, civili, irreprensibili. Tornano poco dopo. Lui si siede e dice serio: "Scusate, ma con questa sinusite non si respira".
Lei annuisce, solidale. Peccato che abbiano entrambi lo sguardo di chi ha appena avuto una rivelazione mistica e ora sente il bisogno di spiegare il mondo agli altri.
La sinusite, improvvisamente, fa miracoli.
Lui dirige.
Lei puntualizza.
Entrambi parlano sopra chiunque.
La congestione nasale, evidentemente, stimola la leadership.
Qualcuno al tavolo butta lì una battuta: "Beati voi, vi rimettete in piedi subito". Risata breve, educata. Poi si cambia argomento. Perché la rispettabilità non ama le domande. Ama i silenzi comodi.
Il bagno, intanto, continua a lavorare. Uno alla volta.
Senza fretta. Senza errori. Fuori si parla di salute, di sport, di equilibrio. Sempre equilibrio. La parola più abusata dopo rispettabilità.
E così, quando i giornali hanno iniziato a parlare di "Pescara bene coinvolta", è scattato il teatrino dello stupore. Come se quelle scene non fossero sotto gli occhi di tutti da anni. Come se la sorpresa non fosse l'ultimo rifugio dell'ipocrisia.
Perché qui la rispettabilità non è non fare certe cose.
È farle con discrezione.
È non disturbare.
E poter dire, il giorno dopo, io non me lo sarei mai aspettato.
Il blitz dei Carabinieri non ha colpito l'eccesso.
Ha colpito l'abitudine.
lo continuo a pensare a quella sinusite. Così diffusa, così elegante, così selettiva.
La rispettabilità, forse, non era dove pensavamo fosse.
E il bagno, da tempo, lo sapeva.
Pussy Galore