"Casa del bosco", la garante per l'infanzia De Febis richiama al rispetto della privacy dei minori



di Redazione
Categoria: ABRUZZO
15/12/2025 alle ore 08:34



In merito alla vicenda nota come quella della “casa del bosco”, la garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Abruzzo, l’avvocata Alessandra De Febis, è intervenuta con una presa di posizione netta a tutela dei tre bambini coinvolti, esprimendo forte preoccupazione per l’esposizione mediatica a cui sono stati sottoposti. Le dichiarazioni sono state rilasciate a Saverio Occhiuto per il quotidiano La Stampa di Torino. 

La garante ha sottolineato come il confine tra il diritto dei genitori di educare i propri figli e il potere dello Stato di intervenire per la tutela dei minori sia particolarmente sottile e delicato, soprattutto in contesti complessi. Proprio per questo, secondo De Febis, appare ancora più grave la diffusione di informazioni estremamente riservate riguardanti i bambini, quali il percorso scolastico, lo stato vaccinale e altri aspetti strettamente personali.

Tali divulgazioni, ha evidenziato, rappresentano una violazione del diritto alla riservatezza e alla protezione dei dati personali, diritti sanciti dall’articolo 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dall’articolo 15 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Nonostante i ripetuti appelli al rispetto della privacy dei minori, ha osservato la garante, questi sono rimasti in larga parte inascoltati.

De Febis ha inoltre stigmatizzato la presenza costante dei mezzi di informazione nei pressi della struttura protetta e dell’abitazione familiare, con la conseguente diffusione di abitudini di vita e dettagli che, a suo avviso, non contribuiscono alla comprensione dei fatti ma rischiano di arrecare un danno profondo e duraturo ai bambini.

La garante ha posto l’accento sulle possibili conseguenze future di una simile esposizione mediatica. Sebbene i minori possano oggi non essere consapevoli di quanto sta avvenendo, è prevedibile che in futuro ne vengano a conoscenza, con potenziali ripercussioni emotive e relazionali, inclusi giudizi, stigmatizzazioni e fenomeni di bullismo.

Secondo De Febis, la diffusione indiscriminata di informazioni riservate può compromettere seriamente il diritto dei bambini a una crescita serena. I tempi dell’informazione, ha ribadito, non coincidono con quelli della giustizia e il clamore mediatico non favorisce l’accertamento della verità.

Da qui l’invito a consentire alla magistratura di svolgere il proprio lavoro nel rispetto delle garanzie e delle procedure previste, senza pressioni esterne. La garante ha infine rinnovato l’appello a tutti gli operatori dell’informazione affinché rispettino la privacy e la dignità dei minori, evitando ulteriori diffusioni di notizie riservate.

Il diritto di informare, ha concluso, non può trasformarsi in accanimento mediatico: l’interesse superiore dei bambini impone la tutela della loro riservatezza e della loro dignità, oggi e per il loro futuro.