In Abruzzo i fondi del Pnrr destinati al potenziamento della sanità territoriale avanzano con estrema lentezza. A denunciarlo sono Patto per l’Abruzzo e le altre forze di opposizione in Consiglio regionale, che in una conferenza stampa all’Aquila hanno presentato un’analisi incrociata dei dati fisici e finanziari sugli interventi programmati.
Secondo quanto emerso, per le Case di comunità è stato utilizzato appena il 27,29% dei 58,9 milionistanziati, mentre per gli Ospedali di comunità risulta speso solo il 21,1% dei 5,5 milioni previsti. Numeri considerati particolarmente preoccupanti dagli esponenti di minoranza, che sottolineano come l’Abruzzo resti indietro rispetto agli obiettivi nazionali.
Le situazioni più critiche riguardano le province di Teramo e Pescara, con un’attenzione speciale a Montesilvano, dove — riferiscono — la gran parte dei cantieri non ha raggiunto nemmeno il 20% dei pagamenti. Nel Chietino, invece, si registra una forte disomogeneità: a Casoli i lavori risultano quasi completati, con un avanzamento del 96%, mentre ad Atessa si è appena oltre il 21%.
Per quanto riguarda L’Aquila, gli interventi antisismici non superano il 48% di avanzamento, mentre nelle altre Asl mancano del tutto dati aggiornati sui flussi di spesa.
“Ad oggi in Abruzzo non è stata aperta nemmeno una Casa della comunità — ha osservato Luciano D’Amico — mentre in Emilia-Romagna ne sono già operative 140 e in Lombardia 142”. Le opposizioni sostengono inoltre che la Regione stia privilegiando l’acquisto di tecnologie rispetto agli investimenti strutturali e al personale, con il rischio di ritrovarsi con edifici vuoti.
Critico anche il consigliere Silvio Paolucci, secondo cui “le risorse disponibili non vengono utilizzate o vengono impiegate male, mentre intanto aumentano deficit e pressione fiscale”.
L’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, è stata chiamata in causa per la sua difesa dei tempi amministrativi e per aver sostenuto che l’Abruzzo proceda in linea con il resto del Paese. Per i gruppi di opposizione, però, la questione va oltre la burocrazia: ogni euro non speso sulla sanità territoriale — sostengono — rappresenta un’occasione mancata per lo sviluppo, la tutela della salute e la fiducia dei cittadini.