Una casa nel bosco da ristrutturare e una decisione da prendere.



di Redazione
Categoria: ABRUZZO
05/12/2025 alle ore 07:45



Il giudice ha scelto di posticipare l’eventuale emissione di una nuova ordinanza, ritenendo necessario approfondire i nuovi elementi portati all’attenzione del tribunale dalle diverse parti coinvolte. I tre figli minorenni erano stati allontanati il 20 novembre dal casolare in condizioni precarie dove vivevano con i genitori e collocati in una struttura protetta.

Sebbene la normativa indichi che la decisione debba essere presa entro cinque giorni, questo limite non è tassativo e spesso, nella prassi, viene superato. Nel frattempo resta aperto il ricorso presentato dai difensori della coppia contro il provvedimento di allontanamento: l’udienza davanti alla Corte d’Appello dell’Aquila è fissata per il 16 dicembre.

All’udienza di ieri, durata circa due ore e mezza, i genitori – Nathan e Catherine – non erano presenti fisicamente. A rappresentarli c’erano gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, mentre per i tre minori erano presenti la curatrice speciale Marika Bolognese e la tutrice designata dal Tribunale, Maria Luisa Palladino.

Secondo quanto emerso da fonti giudiziarie, la difesa avrebbe depositato documentazione ritenuta significativa: la famiglia ha accettato un alloggio temporaneo, in attesa che vengano completati gli interventi necessari a rendere abitabile il casolare, in particolare per quanto riguarda il bagno. Presentata in aula anche una relazione degli assistenti sociali, che descrive i bambini come in buone condizioni di salute, ben inseriti e molto legati alla madre Catherine, dipinta come attenta ed empatica.

«I giudici si sono riservati, non sappiamo quando decideranno» ha spiegato l’avvocata Solinas, parlando di un confronto «proficuo» tra le parti. Anche Femminella ha sottolineato il clima costruttivo dell’udienza.

Nel frattempo, all’esterno della casa famiglia di Vasto – dove Catherine e i tre figli si trovano da circa due settimane – il pomeriggio è trascorso in modo tranquillo, tra l’arrivo e l’uscita di altri nuclei che frequentano quotidianamente la struttura.

Sul caso è intervenuto nuovamente anche il vicepremier Matteo Salvini, che sui social ha criticato la permanenza dei bambini nella casa famiglia, domandando perché non vengano ancora riconsegnati ai genitori.

A prendere posizione è stata anche l’associazione Pro Vita & Famiglia: il portavoce Jacopo Coghe ha consegnato al ministro della Giustizia Carlo Nordio oltre 50 mila firme raccolte per chiedere il ricongiungimento immediato della cosiddetta “Famiglia del Bosco”, come è stata ribattezzata la famiglia Trevallion.