Abruzzo, quasi 25 miliardi di euro di cartelle non riscosse



di Redazione
Categoria: ABRUZZO
27/10/2025 alle ore 07:58



In Abruzzo il valore complessivo delle cartelle esattoriali ancora da riscuotere ammonta a circa 24,75 miliardi di euro, pari a quasi il 2% del totale nazionale, che secondo i dati del Dipartimento delle Finanze aggiornati al 31 gennaio 2024 raggiunge 1.272,9 miliardi di euro.

A commentare la situazione è il commercialista pescarese Luca Orsini, che analizza l’impatto delle numerose misure di “rottamazione” delle cartelle promosse dai vari governi nel corso degli ultimi anni.

Secondo Orsini, le definizioni agevolate hanno certamente rappresentato un vantaggio immediato per i contribuenti, ma allo stesso tempo hanno generato un effetto collaterale pericoloso: “Le sanatorie fiscali ripetute – spiega – rischiano di alterare la percezione del dovere tributario, disincentivando la regolarità dei pagamenti”.

Negli ultimi dieci anni, il meccanismo delle rottamazioni si è susseguito senza soluzione di continuità: dalla prima introdotta dal governo Renzi con il decreto-legge 193/2016, alla rottamazione-bis del governo Gentiloni, fino alla tersotto l’esecutivo Conte e alla più recente quater promossa dal governo Meloni. Ora, nel disegno della legge di bilancio 2026, si profila una nuova misura di “pacificazione fiscale”.

Il principio resta lo stesso: consentire al contribuente di salvare il capitale dovuto, cancellando sanzioni e interessi di mora e ottenendo spesso ampie rateizzazioni.
Si tratta, in larga parte, di crediti che l’agente della riscossione ha ricevuto tra il 2000 e il 2024 e che ancora non sono stati incassati. È su questo ampio bacino che le nuove rottamazioni cercano di generare gettito immediato e consenso politico.

Anche la stessa Regione Abruzzo ha beneficiato della misura: come ricordato dall’assessore al Bilancio Mario Quaglieri, l’ente – insieme al Ciapi Abruzzo Formazione, soppresso nel 2020 – ha aderito alla rottamazione-quater, ottenendo un risparmio complessivo superiore a 1,8 milioni di euro.

Ma per Orsini, il rischio è che le sanatorie diventino una prassi consolidata anziché un intervento eccezionale: “Ogni rottamazione sembra preparare la successiva, alimentando l’attesa di nuovi condoni e indebolendo la fiducia nel sistema fiscale”.

Un monito condiviso anche dalla Corte dei Conti, che in un documento presentato alla Commissione Finanze del Senato lo scorso 20 marzo 2025 ha sottolineato come tali misure possano “indurre comportamenti di inadempienza futura, rafforzando l’idea che non pagare nei tempi ordinari possa rivelarsi conveniente”.

Conclude Orsini: “Serve un fisco stabile, equo e sostenibile, in grado di distinguere chi evade per dolo da chi è in difficoltà reale. Il successo di una buona politica tributaria non si misura dal numero di rottamazioni, ma dalla capacità di renderle inutili”.