Le città abruzzesi arrancano sul fronte della sostenibilità. È quanto emerge dal nuovo rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, realizzato con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che analizza le performance ambientali dei 106 capoluoghi italiani. Nessuno dei quattro centri principali della regione – Teramo, Chieti, Pescara e L’Aquila – raggiunge la sufficienza, mentre si registrano dati preoccupanti sulla dispersione idrica e la gestione delle risorse.
In Abruzzo, la migliore è Teramo, che si piazza solo al 55° posto nazionale con un punteggio del 54,99%, seguita da Chieti (59ª con il 54,29%), Pescara (71ª con il 49,76%) e L’Aquila, fanalino di coda regionale al 78° posto con il 47,86%. Il capoluogo perde tre posizioni rispetto all’anno precedente, confermando le difficoltà nel migliorare la qualità ambientale urbana.
A livello nazionale, Trento e Mantova guidano la classifica, ma anche le città più virtuose non raggiungono l’80% del punteggio massimo. Solo sei centri italiani superano i 70 punti su 100, segno di un generale arretramento rispetto agli anni passati.
Nel Sud Italia la situazione è ancora più critica: nove delle ultime dieci città in classifica si trovano nel Mezzogiorno e tre – Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone – non arrivano nemmeno a 25 punti.
Secondo Legambiente, il quadro mostra un livellamento verso il basso delle politiche ambientali urbane, con città incapaci di rispondere in modo efficace alle sfide legate alla crisi climatica. In una nota, Sinistra Italiana Abruzzodefinisce i risultati “preoccupanti”, sottolineando la necessità di una strategia regionale per migliorare aria, acqua, mobilità e gestione energetica.