IL TALLONE D'ACHILLE- 28a puntata


"serio" Chieti: la Città dei Due Mondi


di LiberalChic
Categoria: Tallone D'Achille
11/09/2025 alle ore 10:06



La scena si apre in un capannone immacolato nella zona industriale di Chieti Scalo, Qui, un colossale componente metallico, forse un recipiente per un reattore nucleare destinato al progetto di fusione ITER  o una sezione di fusoliera in fibra di carbonio per un aereo di linea transoceanico  viene preparato con una precisione quasi sacra per il suo viaggio verso un mercato globale. Ogni movimento è calibrato, ogni superficie riflette un'eccellenza tecnologica che proietta il nome di questa città abruzzese nei più alti consessi dell'industria mondiale. 

Contemporaneamente, a pochi chilometri di distanza, un cittadino teatino compie un gesto quotidiano, apre il rubinetto di casa, ma l'acqua non esce, un'altra giornata di disagi, un'altra interruzione idrica in una città che, secondo i dati Istat, detiene il triste primato di una delle peggiori dispersioni idriche d'Italia, con un incredibile 71,7% di acqua persa prima di raggiungere le utenze.

Questo contrasto stridente non è un'eccezione, ma la norma, è il cuore del "Paradosso di Chieti", come può una città essere la culla di un'eccellenza industriale di livello mondiale e, allo stesso tempo, un esempio emblematico di quella che un osservatore locale ha definito "l'arte del fallimento pubblico"?

Esistono due Chieti, una che corre a velocità globale e una che inciampa su se stessa? Sono due mondi destinati a ignorarsi, o uno sta avendo successo nonostante l'altro? Questa è la storia di un territorio scisso, dove giganti della tecnologia e dell'ingegneria convivono con un corpo civico e infrastrutturale in uno stato di crisi perenne. 

Nella piana di Chieti Scalo sorgono vere e proprie "isole di eccellenza", titani moderni che operano su un palcoscenico globale, apparentemente distaccati dal contesto locale.

I Titani dell'Acciaio e dell'Atomo: Walter Tosto SpA 

La saga della Walter Tosto SpA è una vera e propria epopea industriale. Nata nel 1960 come umile bottega di un giovane fabbro, Walter Tosto , l'azienda è cresciuta fino a diventare un colosso globale nella componentistica critica. Le parole del fondatore risuonano con la forza di un mito della creazione: "la Walter Tosto è stata costruita millimetro per millimetro... è stata costruita da più persone, gente che gli ha dato la vita all'azienda". Questa dedizione ha forgiato il futuro, portando l'azienda a realizzare imprese monumentali: la fornitura di settori chiave per il progetto di fusione nucleare ITER , la costruzione di giganteschi reattori di idrocracking per il gigante energeticoAramco in Arabia Saudita, e persino la fabbricazione di componenti per la York Wheel, la ruota panoramica destinata a diventare un'icona della Grande Mela.

I Sarti dell'Alta Tecnologia: Dyloan Bond Factory 

Lontano dai riflettori delle passerelle, Dyloan Bond Factory opera dal 1987 come il motore tecnologico segreto dietro ai più grandi nomi del lusso mondiale. Clienti come Chanel, Valentino, Gucci, Dior e Hermes si affidano a questa azienda teatina non solo per la manifattura, ma per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative che spingono i confini della moda. La loro storia è segnata da una scelta precisa e controcorrente: investire in Abruzzo e nel "made in Italy" proprio quando molti altri delocalizzavano.

Questa scommessa sul territorio è stata recentemente ribadita con un investimento di 2,5 milioni di euro per raddoppiare lo stabilimento di Chieti Scalo, con l'obiettivo di portare la forza lavoro da 260 a 350 dipendenti.14 Ma l'investimento più significativo è forse quello sul capitale umano. Di fronte alla difficoltà di reperire manodopera specializzata, Dyloan ha creato delle vere e proprie accademie interne  e collaborazioni con gli istituti tecnici locali per, come afferma il CEO del Gruppo Pattern Luca Sburlati, "fare in modo che i ragazzi si appassionino a questo lavoro". Invece di lamentare la mancanza di competenze, l'azienda si è mossa per crearle, costruendo attivamente la forza lavoro di cui ha bisogno per competere. 

 

Le Sentinelle del Cyberspazio: Leonardo SpA 

In un'area ad accesso ristretto di Chieti si erge una fortezza digitale: il Security Operation Centre (SOC) di Leonardo. Descritto come il covo di un supereroe moderno, il centro è protetto da una cella blindata, ignifuga e schermata da campi elettromagnetici, per garantire la massima sicurezza. Da qui, una squadra di 45 analisti  

veglia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sulle infrastrutture critiche italiane e internazionali. I numeri della loro guerra silenziosa sono impressionanti: ogni secondo, un supercomputer analizza circa 13.000 eventi di sicurezza, gestendo una media di 107 incidenti informatici al giorno.

All'interno del SOC opera il CSIRT (Computer Security Incident Response Team), un'élite di esperti e hacker etici certificati, come Stephen MacLachlan, il cui compito è gestire l'intero ciclo di un attacco, dalla risposta all'eradicazione della minaccia fino al pieno ripristino dei sistemi. Il loro campo di battaglia è spesso il "dark web", dove il supercomputer di Leonardo va a caccia di segnali e tracce digitali per prevedere le minacce prima che si manifestino. L'AD di Leonardo, Roberto Cingolani, prevede una crescita a doppia cifra per il settore della cybersicurezza, consolidando il ruolo di Chieti come bastione fondamentale nella difesa digitale globale.

 

I Costruttori di Mondi: TOTO Costruzioni Generali 

La presenza del Gruppo TOTO a Chieti aggiunge un capitolo di profonda ironia alla narrazione. Fondato negli anni '60, questo gruppo è un leader mondiale nella costruzione di quelle stesse infrastrutture complesse che mancano o sono disastrate nella sua città di origine. Il loro portfolio è un catalogo di opere monumentali: hanno costruito il viadotto più alto del Medio Oriente in Libano, hanno commissionato e utilizzato la Tunnel Boring Machine (TBM) più grande del mondo per scavare la "Galleria Sparvo" sulla Variante di Valico, e hanno realizzato innumerevoli autostrade, ponti e ferrovie in Italia e all'estero. Il fatto che un costruttore di infrastrutture di tale calibro abbia la sua sede in una città descritta come un "museo delle opere incompiute"  pare come la Nemesi che debba affrontare chi Profeta non lo è mai in patria!  

 

La Città dall'Altra Parte del Vetro 

Se si sposta lo sguardo dall'Olimpo industriale alla città vera e propria, il panorama cambia drasticamente. Qui, il tono satirico e amaro della ns rubrica chiamata appunto “tallone” d’ Achille,  non sembra un'esagerazione, ma una cronaca fedele di una realtà fatta di degrado, inerzia e caos logistico. 

La voce di Luca Tosto è un grido di frustrazione che fa da ponte tra i due mondi: "Un'azienda, non collegata  in tutti i modi, è pressocché inutile” 

La sua azienda, un gigante globale, si trova letteralmente arenata, impossibilitata a sfruttare appieno un'infrastruttura critica come la ferrovia industriale, lasciata in disuso per anni. 

La vicenda del raccordo ferroviario di Chieti Scalo è emblematica, per anni, la Walter Tosto ha richiesto di poter utilizzare i binari per movimentare le sue 14.000 tonnellate annue di materiali, vedendosi persino smantellare un tratto di linea per far posto a un parcheggio. Di fronte all'inerzia pubblica, l'azienda ha dovuto agire in autonomia. La soluzione non è arrivata da un intervento pubblico, ma da un'iniziativa privata: un accordo quinquennale siglato nel 2022 tra Walter Tosto e Sangritana (un'altra eccellenza abruzzese) per riattivare e gestire il trasporto merci su rotaia.

Questo non è un esempio di virtuosa collaborazione pubblico-privato, ma un caso di resilienza del settore privato che aggira e sopperisce al fallimento di quello pubblico. L'ente pubblico è ridotto a proprietario passivo di un'infrastruttura che non è in grado di gestire. 

 

L'Esodo Silenzioso: una Città che si Svuota 

Mentre i titani industriali prosperano, la città si svuota. I dati ISTAT dipingono un quadro desolante: l'Abruzzo perde migliaia di abitanti ogni anno, l'equivalente di "un paese che sparisce". Chieti non solo partecipa a questo declino, ma si distingue per essere una delle province con la popolazione più anziana della regione.

Qui emerge un altro, profondo paradosso. Questo spopolamento avviene in un contesto di crescita occupazionale apparentemente robusta. Nei primi tre trimestri del 2023, la provincia di Chieti ha registrato un aumento degli occupati del +9,1%, un dato eccezionale rispetto alla media nazionale del +1,8%. Come può un'area che crea lavoro perdere abitanti? La spiegazione risiede nella disconnessione tra motore economico e tessuto sociale. Evidentemente, la città riesce ad attrarre forza lavoro ma non a trattenerla come comunità residente. Si delinea il profilo di un'economia pendolare, dove il talento entra per lavorare ma sceglie di vivere altrove, forse nella vicina e più dinamica Pescara. In alternativa, la scarsa qualità della vita, le infrastrutture carenti e il degrado urbano agiscono come un fattore espulsivo più forte dell'attrazione esercitata dalle opportunità di lavoro. Il motore economico dei giganti gira a pieno regime, ma è disaccoppiato dal tessuto sociale della città, che non riesce a trasformare il valore economico generato in una comunità stabile, giovane e vibrante.

Il Paradosso dei Talenti: Fuga di Cervelli contro Fucine Interne 

La regione soffre di un noto problema di "fuga di cervelli" i giovani talenti, una volta formati, spesso lasciano l'Abruzzo in cerca di migliori opportunità. Di fronte a questa emorragia e alla difficoltà di trovare sul mercato le competenze ultra-specialistiche di cui hanno bisogno, i giganti industriali di Chieti hanno adottato una strategia proattiva e autosufficiente,  se il talento non c'è, lo creano. 

Gli esempi sono molteplici e coerenti: 

  • ● Dyloan Bond Factory non si limita a cercare sarti, ma istituisce una propria Academy interna e stringe accordi diretti con gli istituti di moda per formare i professionisti del futuro secondo le proprie esigenze.

  • ● Walter Tosto non aspetta che la scuola produca i meccanici di cui ha bisogno, ma collabora attivamente con l'istituto tecnico "L. Di Savoia" per creare un indirizzo di studi specifico in "meccanica caratterizzazione caldareria", plasmando gli studenti per le necessità della sua filiera.

  • ● Leonardo non si affida solo al mercato del lavoro, ma stringe convenzioni con le università, inclusa la "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara, e partecipa come socio fondatore agli ITS Academy per coltivare la prossima generazione di esperti STEM e cyber.

Queste aziende sono state costrette a diventare esse stesse istituzioni educative su larga scala, hanno dovuto la propria "infrastruttura umana" perché l'ecosistema locale non riesce a fornirla con la qualità e la specificità richieste per competere a livello globale. 

Per ora, i due mondi continuano a percorrere binari paralleli. Resta da vedere se questi binari siano destinati a incontrarsi mai. 

Per questa settimana poco umoristica, è tutto dal vs #LiberalChic