Nonostante i dati ufficiali indichino una situazione turistica relativamente stabile, gli operatori del settore lamentano una stagione estiva al di sotto delle aspettative. È quanto emerge da un’indagine condotta da Cna Turismo Abruzzo, che ha coinvolto un campione di circa cento attività ricettive dislocate tra costa, aree montane e borghi dell'entroterra.
Secondo l'indagine, a prevalere sono ancora i turisti italiani – ben l’83,5% del totale – con una netta predominanza di visitatori provenienti dallo stesso Abruzzo. Gli stranieri rappresentano solo il 16,5%, un dato che conferma la natura prevalentemente domestica del turismo regionale. Tuttavia, molti albergatori e gestori di strutture ricettive sottolineano come quest’anno “la gente si sia mossa poco”, parlando apertamente di “camere vuote” in diversi fine settimana.
Il soggiorno medio è sempre più breve: quasi la metà delle presenze si concentra nei fine settimana (47%), a discapito delle classiche vacanze settimanali (21,2%). Questo frammenta l’afflusso turistico e rende più difficile per molte strutture lavorare con continuità.
Anche le modalità di prenotazione confermano i cambiamenti nelle abitudini dei viaggiatori: il web e i social network influenzano il 71,2% delle scelte, con un equilibrio quasi perfetto tra prenotazioni online (50%) e quelle telefoniche (48,5%). Il passaparola e la conoscenza diretta hanno un ruolo sempre più marginale.
Altro aspetto emerso riguarda la mobilità: il 95,5% dei turisti si sposta con mezzi propri – auto, moto o bici – mentre treno, autobus e persino l’aeroporto di Pescara incidono in modo molto limitato, nonostante gli sforzi recenti per migliorare i collegamenti aerei.
Francesca Mastromauro, presidente di Cna Turismo Abruzzo, riassume così i dati: «C’è una maggioranza di risposte che segnala un andamento stabile o moderatamente positivo, ma si tratta di numeri che vanno letti con cautela. Quando si chiede un giudizio sulle prospettive, l’ottimismo cala sensibilmente». E proprio su questo punto si concentrano le preoccupazioni degli operatori: meno prenotazioni, più incertezza e una sensazione diffusa di “stagione debole”, al di là dei dati aggregati.
In sostanza, se da un lato la fotografia scattata dalla Cna restituisce un quadro apparentemente regolare, dall’altro le voci dal territorio parlano di un turismo che fatica a decollare davvero.