Cari concittadini teatini, preparatevi a un viaggio nel tempo e nello spazio — o meglio, nel sottosuolo — di una città che ha trasformato l'arte del fallimento pubblico in una tradizione più radicata del culto di San Giustino.
Oggi parliamo del parcheggio sotterraneo di piazza Garibaldi, quella meraviglia ingegneristica da 15 milioni di euro che promette di trasformare una piazza con 100 posti auto in una piazza con 200 posti auto sotterranei.
Dopo, naturalmente, solo un anno di calvario urbano.
Ma prima di immergerci nelle viscere di questo progetto — letteralmente — facciamo un piccolo excursus storico, perché come diceva Santayana, "chi non conosce la storia è condannato a ripeterla", e noi teatini la storia la ripetiamo con la dedizione di un disco rotto.
La scala mobile: un requiem in quattro atti
Partiamo dal capolavoro assoluto del fallimento infrastrutturale teatino: la scala mobile del Terminal, costruita negli anni '90 con la promessa di trasportare 9.000 persone all'ora verso il centro storico, questa meraviglia della tecnica tedesca ha funzionato a pieno regime per il tempo necessario a tagliare il nastro inaugurale. Dopodiché, è iniziata la sua lenta agonia.
Atto primo: chiusura nel 2010 per "tutela della pubblica incolumità" — che è il modo burocratico per dire "sta per crollare e ammazzare qualcuno".
Atto secondo: manutenzione straordinaria da 660.000 euro nel 2011, con il sindaco Di Primio che ammette candidamente che l'impianto era "privo di manutenzione probabilmente dal giorno dell'inaugurazione", perché manutenere le cose, si sa, è da radical chic nordisti.
Atto terzo: anni di funzionamento parziale con massimo 2 rampe su 4 operative, motori che facevano più capricci di una primadonna della Scala, e pezzi di ricambio introvabili perché nel frattempo in Germania avevano smesso di produrli.
L'ascensore del parcheggio? Rotto dal 2008, ovviamente, perché avere un sistema di mobilità verticale funzionante al 100% sarebbe stato troppo ambizioso.
Atto quarto e finale: smantellamento totale nel 2023 e sostituzione con un nuovo progetto da 5 milioni di euro finanziato dal PNRR, tredici anni di agonia, milioni bruciati, e ora ricominciamo da capo, se non è resilienza questa, cos'è?
Il museo delle opere incompiute
Ma la scala mobile è solo la punta dell'iceberg. Benvenuti nel museo teatino delle opere incompiute, dove ogni progetto è una promessa tradita e ogni cantiere un monumento all'inefficienza.
Palazzo d'Achille, la nostra sede municipale: chiuso dal 2009, 8,7 milioni di euro spesi finora, un'inchiesta giudiziaria con 6 indagati per turbativa d'asta, e il Comune che paga 10.000 euro al mese per affittare la sede temporanea nell'ex Banca d'Italia. A questo ritmo, sarebbe stato più economico comprare direttamente la Banca d'Italia.
Il sistema filoviario: 4 milioni di euro di fondi del Masterplan 2016 spariti nel nulla perché il Comune non è riuscito a completare l'iter progettuale, la Regione si è ripresa i soldi con la stessa velocità con cui un creditore teatino recupera un prestito scaduto.
E poi c'è l'ex REMS di Ripa Teatina, quella gigantesca residenza per anziani incompiuta dal 1970 che è stata addirittura selezionata per la Biennale di Venezia 2023, non per la sua architettura, ovviamente, ma come simbolo delle opere incompiute italiane.
Almeno in qualcosa siamo eccellenze.
Il parcheggio sotterraneo: anatomia di un disastro annunciato
Ed eccoci al piatto forte: il parcheggio sotterraneo di piazza Garibaldi.
Un progetto che, sulla carta, sembra sensato, nella realtà teatina, invece, ha tutte le caratteristiche per diventare il prossimo capitolo del nostro libro dei disastri.
Partiamo dai numeri: 5,4 milioni di euro (per ora) per 200 posti auto su due livelli sotterranei. Fanno 27.000 euro a posto auto, senza contare gli inevitabili aumenti che arriveranno puntuali come le tasse.
Il tutto finanziato dal PNRR, quei soldi europei che dobbiamo spendere velocemente sennò ce li riprendono ( e se non rendicontati bene li ridiamo noi per l’intero) — e considerando che l'Abruzzo ha speso solo il 16% dei 4,4 miliardi assegnati, direi che la fretta è giustificata.
Ma il vero problema non sono i soldi, il vero problema è che stiamo scavando in un territorio che geologicamente parlando è ostile quanto la superficie di Marte.
Due pseudo-falde acquifere sovrapposte, terreni argillosi instabili, fenomeni di drenanza tra livelli idrogeologici diversi, in pratica, stiamo costruendo una piscina sotterranea e fingendo che sia un parcheggio.
L'elefante nella stanza: Valencia 2024
Ora, non voglio fare il menagramo, ma qualcuno ricorda cosa è successo a Valencia nel 2024? I parcheggi sotterranei del centro commerciale Bonaire si sono trasformati in trappole mortali durante l'alluvione, con 5.700 posti auto sommersi e oltre 200 vittime. Una tragedia che ha dimostrato quanto questi spazi possano diventare pericolosi in caso di eventi meteorologici estremi.
"Ma Chieti non è Valencia!" direte voi. Vero. Valencia almeno ha un sistema di allerta che funziona, noi abbiamo una Protezione Civile che manda gli SMS di allerta meteo quando ormai stai già nuotando.
I costi nascosti (spoiler: sono tanti)
Parliamo di soldi, che è l'unico linguaggio che tutti capiscono, il costo di costruzione è solo l'antipasto, il menù completo include:
● Manutenzione delle impermeabilizzazioni (perché l'acqua, sorpresa sorpresa, tende a infiltrarsi sottoterra)
● Sistemi di pompaggio permanenti (per quando l'impermeabilizzazione fallisce, e fallirà)
● Videosorveglianza h24 (perché un parcheggio buio sottoterra è il paradiso dei malintenzionati)
● Ventilazione forzata continua (a meno che non vogliamo trasformarlo in camera a gas)
● Personale specializzato (non il solito vigile urbano che dorme in piedi)
● Aggiornamenti per la sicurezza dei veicoli elettrici (che hanno la simpatica tendenza a prendere fuoco)
Il parcheggio Papa Giovanni XXIII, per dire, è già descritto come "in pessimo stato manutentivo" nonostante sia gestito direttamente dal Comune, e quello è in superficie, immaginate cosa succederà a quello sotterraneo.
Il mercato migrante e altre amenità
Nel frattempo, mentre scaviamo, il mercato del martedì è migrato alla Villa Comunale in un esperimento sociale che definirei "due mercati, una villa, zero logica".
I commercianti di via Arniense? Quelli dove o ci passi a piedi oppure devi essere lanciato e recuperato in corsa da tua madre che guida l’auto. Il Gran Caffè Arniense ha già chiuso dopo 22 anni ancora prima di vedere l’inizio del cantiere, e gli altri arrancano tra sbarramenti improvvisi e clienti che preferiscono Amazon alla gimcana urbana. Il Comune ha risposto con la geniale idea della sosta gratuita per un'ora, come se il problema fosse pagare 80 centesimi e non il fatto che non esistono proprio parcheggi!
Le raccomandazioni degli esperti (che nessuno ascolterà)
Gli ingegneri — quei guastafeste con la laurea — hanno evidenziato una serie di problematiche che farebbero desistere chiunque abbia un minimo di buonsenso:
● Infiltrazioni d'acqua garantite attraverso giunti e crepe strutturali
● Pressioni idrostatiche costanti che metteranno a dura prova le strutture
● Cedimenti differenziali causati dalle variazioni climatiche
● Rischi antincendio moltiplicati per i veicoli elettrici
● Necessità di monitoraggio continuo dei livelli piezometrici (parola che il 90% degli amministratori non sa nemmeno pronunciare)
Il verdetto finale (che nessuno chiede ma tutti pensano)
Cari concittadini, la domanda non è SE il parcheggio sotterraneo di piazza Garibaldi diventerà un disastro, ma QUANDO.
Le scommesse sono aperte:
● Entro 5 anni: prime infiltrazioni serie e allagamenti
● Entro 10 anni: chiusura parziale per "manutenzione straordinaria"
● Entro 15 anni: discussione su demolizione e ricostruzione
● Entro 20 anni: trasformazione in acquario comunale (involontario)
L'alternativa? Parcheggi di superficie, recupero di aree dismesse, park and ride periferici con navette efficienti, soluzioni banali, economiche, funzionali, esattamente il tipo di cose che a Chieti non faremo mai.
Nel frattempo, mentre scaviamo il nostro buco da 15 milioni, la città continua a svuotarsi, diecimila abitanti persi in 15 anni, negozi che chiudono, giovani che scappano.
Ma hey, almeno avremo 200 posti auto sotterranei! Sempre che non si allaghino,o crollino, o diventino un habitat per i pipistrelli.
Tra vent'anni, quando staremo inaugurando il prossimo progetto per sostituire questo vorremmo non dire "Noi l'avevamo detto".
Ma qui a Chieti il progresso non è una linea retta, è un cerchio, un cerchio che gira sempre intorno allo stesso buco.
Che poi, a pensarci bene, forse è proprio questo il segreto della nostra immortalità civica, non concludere mai niente, per poter sempre ricominciare, il mito di Sisifo rivisitato salsa abruzzese, con meno tragedia greca e più burocrazia italiana.
Saluti dal Vs #LiberalChic, dove la satira incontra l'inevitabile!
P.S. per chi volesse parcheggiare nel frattempo, non resta che il multipiano di via Papa Giovanni XXIII, è lontano, scomodo e in pessimo stato, ma almeno è in superficie,e quando piove, l'acqua scorre via invece di accumularsi.
Piccole vittorie, cari teatini. Piccole vittorie.