Per il secondo anno consecutivo, la gestione finanziaria della Regione Abruzzo finisce sotto una pesante critica tecnica, non da parte dell’opposizione politica, ma da chi è incaricato del controllo: il Collegio dei revisori dei conti. In una relazione dettagliata di 160 pagine, firmata da Grazia Zeppa, presidente, insieme ai componenti Valerio D’Amicodatri ed Emanuele Verini, vengono evidenziate numerose irregolarità nella redazione del Rendiconto generale per l’anno 2024, già approvato dalla maggioranza. I revisori parlano apertamente di una situazione di «grave confusione amministrativa e contabile», con una gestione delle voci di bilancio che non rispetta i principi normativi di riferimento.
Uno dei punti più critici è rappresentato dal riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2024, deliberato dalla giunta regionale lo scorso 30 aprile senza il previsto parere preventivo del Collegio. Tale atto, secondo quanto riportato nella relazione, non solo sarebbe formalmente irregolare, ma anche sostanzialmente viziato, poiché ha comportato la reimputazione di entrate e spese non esigibili nell’esercizio di competenza, in violazione dei principi contabili applicati. Il Collegio segnala anche che alcuni impegni di spesa pluriennali non sono stati correttamente considerati nel calcolo finale dei residui passivi, generando uno scostamento che mina la veridicità del risultato di gestione.
Non mancano le incongruenze tra gli importi accertati e quelli effettivamente impegnati: in un passaggio specifico, viene segnalata la discrepanza tra una reimputazione di oltre 662mila euro e l’impegno ad essa correlato, evidenziando l’assenza di un cronoprogramma finanziario utile a scandire con precisione la distribuzione temporale delle spese. A rendere il quadro ancora più critico è il fatto che la giunta abbia approvato, nello stesso giorno, due delibere tra loro discordanti, in palese violazione delle regole contabili e legislative. Secondo il Collegio, tali atti dimostrano una gestione non solo caotica, ma anche priva di trasparenza e rigore procedurale.
Nella relazione, inviata anche alla Corte dei conti, viene espresso un chiaro parere negativo sull’intero procedimento di approvazione del riaccertamento dei residui. I revisori censurano inoltre l’impegno di spesa da 300mila euro destinato al welfare per il 2024, giudicato non conforme alle regole. Viene infine sottolineato che la Regione continua a saldare le fatture con un ritardo sistematico, superando i 30 giorni stabiliti per legge, anche per l’anno in corso. Il documento si chiude con una netta bocciatura: la gestione contabile dell’amministrazione abruzzese, secondo i revisori, persiste in un quadro di disorganizzazione e opacità, incompatibile con una corretta amministrazione pubblica.