Dimenticate la spiaggia e le granite: il vero "evento dell'estate" a Chieti è alle porte, domenica 8 e lunedì 9 giugno tutti i cittadini saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque referendum abrogativi, e noi di Impaginato.it potevamo lasciarvi senza la nostra guida semiserie su come sopravvivere alle schede colorate?
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1. Reinserimento dopo il licenziamento (Jobs Act vs. articolo 18)
- Cosa prevede oggi (NO):
Se un'azienda con più di 15 dipendenti licenzia ingiustamente un lavoratore assunto dopo il 7 marzo 2015, paga solo un'indennità economica (da 6 a 36 mensilità), ma non lo reintegra.
- Cosa propone il Sì:
Tornare al "vecchio" articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori: reintegro obbligatorio in tutti i casi di licenziamento illegittimo, più eventuale risarcimento.
- Esempio chiaro:
Oggi, se Maria viene licenziata senza motivo, riceve al massimo tre anni di stipendio ma resta senza lavoro. Con il SI, l'azienda dovrebbe riassumerla al suo posto, come prima del 2015.
- Perché votare SI:
Garantisce un deterrente forte contro i licenziamenti ingiusti.
- Perché votare NO: Le imprese potrebbero temere di dover riprendere dipendenti anche quando i rapporti si sono incrinati, riducendo le assunzioni.
2. Indennità nelle piccole imprese (rimozione del tetto di 6 mensilità)
- Cosa prevede oggi (NO):
Nelle aziende fino a 14 dipendenti, il risarcimento per licenziamento illegittimo è al massimo di 6 stipendi.
- Cosa propone il SI:
Eliminare quel tetto: il giudice potrà stabilire un risarcimento maggiore, valutando anzianità, danno biologico, condizioni personali.
- Esempio chiaro:
Se Luigi lavora in un'officina con 10 addetti e viene licenziato senza giusta causa, oggi al massimo prende sei mesi di stipendio. Con il SI, potrebbe ottenere anche un anno o più, se il magistrato lo ritiene giusto.
- Perché votare SÌ:
Offre pari tutele ai lavoratori delle piccole e delle grandi imprese.
- Perché votare NO:
Le micro-imprese, con pochi dipendenti, potrebbero trovarsi a dover pagare cifre elevate in caso di contenzioso, mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
3. Contratti a termine (causali obbligatorie da subito)
- Cosa prevede oggi (NO):
I contratti a termine senza causale sono consentiti fino a 12 mesi; dopo richiedono motivazioni generiche (esigenze tecniche, sostituzioni).
- Cosa propone il SI:
Obbligo di indicare sempre dal primo giorno la causale precisa: per esempio "picco di produzione nel reparto verniciatura" o "sostituzione del dott. Rossi durante congedo".
- Esempio chiaro:
Oggi, per assumere Giulia sei mesi a progetto basta una causale come "necessità aziendali". Con il Sì, dovreste specificare "sostituzione di un dipendente in malattia" o altra ragione concreta, non un generico "lavoro contingenza".
- Perché votare SÌ:
Evita abusi di rinnovi ripetuti senza motivo reale, riduce la precarietà.
- Perché votare NO:
Le aziende potrebbero appesantirsi di burocrazia e rinunciare ad assunzioni temporanee veloci, penalizzando i giovani che cercano esperienza.
4. Responsabilità negli appalti (solidarietà totale)
- Cosa prevede oggi (NO):
Il committente (chi affida il lavoro) risponde per infortuni solo se causati da rischi generali: non è responsabile per quelli specifici dell'appaltatore (ad esempio operazioni di
- Cosa propone il SI:
Estendere sempre la responsabilità solidale: se un operaio di un'impresa esterna si fa male, rispondono insieme committente e appaltatore, anche per rischi propri dell'appaltatore.
- Esempio chiaro:
Un lavoratore di una ditta esterna cade da un ponteggio montato dalla stessa ditta. Oggi solo l'appaltatore paga; con il Si, anche il Comune o l'azienda committente con cui ha un contratto risponderebbe del danno.
- Perché votare Sì:
Stimola i committenti a verificare meglio la sicurezza lungo tutta la filiera, riducendo gli infortuni.
- Perché votare NO:
Gli enti pubblici e privati che appaltano rischiano contenziosi più frequenti e costosi rallentando progetti e servizi.
5. Cittadinanza in 5 anni (ius 5 anni)
- Cosa prevede oggi (NO):
Uno straniero non UE deve attendere 10 anni di residenza continuativa per chiedere la cittadinanza. I figli minorenni ottengono la cittadinanza solo se adottati formalmente.
- Cosa propone il SI:
Ridurre il requisito a 5 anni e concedere la cittadinanza automatica a tutti i figli minorenni di nuovi cittadini, indipendentemente dall'adozione formale.
- Esempio chiaro:
Ahmed, arrivato a Chieti a 16 anni, oggi dovrebbe aspettare fino ai 26 per naturalizzarsi. Con il SI, potrebbe farlo già a
21. Sua sorella di 12 anni, con genitori italiani, non dovrà più aspettare di essere adottata: diventa italiana al volo.
- Perché votare SÌ:
Accorcia i tempi di integrazione e tutela l'unità familiare, evitando che fratelli abbiano cittadinanze diverse.
- Perché votare NO:
Alcuni ritengono che 10 anni servano per verificare davvero 1l legame con la comunità e che la procedura automatica per i figli possa creare contenziosi su affidi e famiglie ricomposte.
Come si vota a Chieti
- Date e orari: domenica 8 giugno, 7:00-23:00 | Lunedì 9 giugno, 7:00-15:00
- Seggi: 54 sezioni ordinarie in scuole e sedi pubbliche, più sezioni speciali (ospedali, carcere) e "fuori sede" per chi ha votato altrove.
- Schede: cinque colori diversi - verde, arancione, grigio, rosa, giallo - uno per ogni quesito. Controllate il colore giusto
- prima di entrare in cabina!
- Voto "fuori sede" per studenti e lavoratori: se vivete temporaneamente lontano da Chieti e avete presentato domanda entro il 5 maggio, potete votare nel comune di domicilio, bastano copia documento, tessera elettorale e certificazione di iscrizione/studio/lavoro.
E per questa settimana è tutto, dal vs #LiberChic echeggia un invito a valorizzare questo momento di democrazia diretta a prescindere dal colore per cui tifate (visto che la politica ormai è tifoseria da stadio).
Leggete i testi dei quesiti, fate un rapido ripasso degli esempi qui sopra e presentatevi in cabina con chiarezza e... un pizzico di chic, buon voto!