Concessioni Balneari: Solo 26 Comuni Avviano le Gare Pubbliche, ANCI Chiede Chiarezza



di Redazione
Categoria: ABRUZZO
05/06/2025 alle ore 09:00



A maggio 2025, la situazione delle concessioni balneari in Italia evidenzia una significativa lentezza nell'avvio delle gare pubbliche per l'assegnazione delle aree demaniali marittime a fini turistico-ricreativi. Nonostante la direttiva europea Bolkestein del 2006 imponga l'obbligo di assegnazione tramite gara per garantire trasparenza e concorrenza, solo 26 comuni italiani hanno avviato le procedure necessarie.

I comuni che hanno intrapreso le procedure per l'assegnazione delle concessioni balneari sono: Chioggia, Ravenna, Cervia, Misano Adriatico, Imperia, Chiavari, Lavagna, Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Carrara, Grosseto, Pescara, Fossacesia, Vasto, Fiumicino, Formia, Gaeta, Ostia, Camerota, Minori, Sapri, Pontecagnano Faiano e Ginosa.

Nel settembre 2024, il governo italiano ha approvato il "Decreto Salva Infrazioni", che ha prorogato la validità delle concessioni balneari esistenti fino al 30 settembre 2027. Il decreto prevede che le gare pubbliche per l'assegnazione delle nuove concessioni debbano essere avviate entro giugno 2027. In presenza di "ragioni oggettive", come contenziosi o difficoltà procedurali, le autorità competenti possono ulteriormente prorogare le concessioni, ma non oltre il 31 marzo 2028.

L'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) ha sollecitato il governo a fornire indicazioni chiare e urgenti per consentire alle amministrazioni comunali di svolgere correttamente le procedure di riscossione del canone demaniale 2025. In particolare, l'ANCI ha richiesto la determinazione della cauzione dovuta ai sensi dell'art. 17 del Regolamento del Codice della Navigazione, a garanzia delle obbligazioni e prescrizioni riportate nelle licenze demaniali.

La mancata applicazione della direttiva Bolkestein ha permesso ai concessionari esistenti di mantenere il controllo delle spiagge senza passare per una gara pubblica. Spesso, i canoni versati sono irrisori rispetto ai guadagni e agli investimenti sulle strutture, con alcuni casi in cui si pagano poche centinaia di euro all'anno per gestire tratti di costa. L'apertura del mercato attraverso bandi pubblici potrebbe attrarre nuovi investimenti, migliorare la qualità dei servizi e aumentare le entrate per lo Stato. Tuttavia, gli attuali concessionari, molti dei quali gestiscono le spiagge da generazioni, vedono in questo cambiamento una minaccia ai propri interessi e investimenti.

Il governo ha cercato di bilanciare le esigenze contrastanti con il decreto di settembre 2024, prevedendo che le nuove concessioni durino da 5 a 20 anni, permettendo l'ammortamento degli investimenti. Inoltre, sono stati introdotti criteri di valutazione che favoriscono chi ha gestito una concessione nei cinque anni precedenti, nel tentativo di placare le preoccupazioni degli operatori. Tuttavia, la situazione rimane complessa e in evoluzione, con la necessità di ulteriori chiarimenti e interventi per garantire trasparenza, concorrenza e sostenibilità nel settore delle concessioni balneari.