Self check-in, il TAR boccia il Viminale


Si potrà tornare a entrare in B&B e case vacanze con il check-in da remoto


di Jacopo D'Andreamatteo
Categoria: ITALIA
28/05/2025 alle ore 14:30



Con una sentenza pubblicata ieri, il TAR del Lazio ha annullato la controversa circolare del Ministero dell’Interno che, dallo scorso novembre, vietava il check-in a distanza per ospiti di B&B, case vacanze e affitti brevi. La motivazione? Secondo il tribunale amministrativo, quel divieto non solo non ha fondamento normativo, ma rischiava anche di affossare un settore già messo a dura prova da adempimenti sempre più complessi.

La circolare del 18 novembre 2024, emanata in vista di eventi sensibili come il Giubileo, imponeva che l’identificazione dell’ospite avvenisse “de visu”, cioè con un riconoscimento fisico da parte del gestore. Una scelta che aveva sollevato immediate critiche da parte delle associazioni del settore extralberghiero, che denunciavano l’impossibilità pratica – oltre che economica – di presidiare fisicamente ogni arrivo, specie in strutture gestite da remoto o in orari serali.

La Federazione FARE, tra le più attive nella difesa del self check-in, aveva subito impugnato l’atto, sostenendo che l’identificazione a distanza, già prevista dalla legge con l’invio digitale dei documenti alle autorità, fosse perfettamente lecita. Il TAR ha dato loro ragione.

La sentenza si fonda su un principio chiave: la circolare del Viminale introduceva un obbligo nuovo – l’identificazione fisica – che non è previsto dalla normativa primaria. In particolare, l’art. 109 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza, modificato nel 2011, consente ai gestori di trasmettere i dati degli ospiti alla questura tramite strumenti telematici. Niente, dunque, che imponga l’incontro diretto tra host e viaggiatore.

Secondo i giudici, la circolare ha esorbitato i propri poteri, imponendo restrizioni non giustificate e senza supporto normativo. Inoltre, manca del tutto un’adeguata istruttoria: nessun dato, nessuna evidenza a supporto della tesi secondo cui l’identificazione remota metterebbe a rischio la sicurezza pubblica.

La decisione del TAR è un punto a favore dell’innovazione tecnologica e della semplificazione burocratica, due temi centrali per il turismo italiano, sempre più digitale e diffuso. Le soluzioni di self check-in, oggi ampiamente adottate in Europa, permettono di accogliere gli ospiti in modo sicuro, efficiente e spesso più comodo, soprattutto in strutture non presidiate.

Naturalmente, resta fermo l’obbligo per i gestori di comunicare tempestivamente i dati degli ospiti alle autorità, così come il rispetto delle norme sulla privacy. Ma il ritorno alla flessibilità operativa rappresenta un sollievo per migliaia di piccoli operatori.

Resta da capire se il Ministero dell’Interno farà appello al Consiglio di Stato o rivedrà la propria posizione. Intanto, la sentenza apre la strada a un possibile cambio di passo nell’approccio normativo al turismo extralberghiero: meno burocrazia, più fiducia nella tecnologia e nelle buone pratiche.