L'Asl 1 della provincia dell'Aquila sta cercando di recuperare 4,5 milioni di euro attraverso l'invio di circa 150mila avvisi di pagamento per mancata disdetta di prestazioni sanitarie. Finora sono stati incassati oltre 2,5 milioni, ma la vicenda è tutt'altro che risolta. Cgil e Federconsumatori continuano a contestare la gestione della situazione e minacciano la mobilitazione, soprattutto dopo l'ultima riunione della Commissione Vigilanza della Regione Abruzzo, durante la quale le risposte del direttore generale Ferdinando Romano sono state giudicate insoddisfacenti.
Alla riunione, svoltasi presso l’Emiciclo, erano presenti, oltre a Romano, il direttore amministrativo Stefano Di Rocco e il direttore sanitario Alfonso Mascitelli. Hanno partecipato anche Alessia Parlatore dell'area "Personale, Affari generali e legali" dell’Asl 1, Francesco Marrelli della Cgil, Alessandra Cerone, consigliera comunale di Avezzano, Francesco Trivelli di Federconsumatori Abruzzo, Carlotta Ludovici di Adi-c e Paola Federici del Tribunale per i Diritti del Malato dell'Aquila.
Marrelli e Trivelli hanno criticato l’Asl per la mancanza di chiarezza sui criteri e sulle procedure adottate per richiedere i pagamenti. A loro avviso, l’azienda si è limitata ad attivare un solo sportello all'Aquila, non considerando né l'alto numero di avvisi emessi né l'ampiezza del territorio provinciale. Le associazioni lamentano che molti cittadini hanno pagato spinti dalla scadenza ravvicinata e dal timore di sanzioni, non per un’effettiva obbligatorietà.
Cgil e Federconsumatori ricordano inoltre che, fino al 2023/2024, per annullare una prenotazione bastava recarsi al Cup o telefonare, senza ricevere alcuna ricevuta di avvenuta disdetta. Questo rende difficile per l’Asl dimostrare il diritto a esigere i pagamenti, soprattutto considerando che alcuni avvisi si riferiscono a periodi ormai prescritti.
Molti degli avvisi risultano errati: sono stati inviati a persone esentate dal ticket, a chi aveva già usufruito della prestazione, o addirittura a persone decedute e minorenni. In alcuni casi, le visite erano state spostate d’ufficio e regolarmente eseguite nella nuova data. La confusione è aggravata dall’assenza di un regolamento chiaro su prenotazioni, disdette e gestione delle liste d’attesa, diversamente da altre Asl abruzzesi che invece lo hanno adottato.
Le associazioni chiedono maggiore trasparenza e una gestione più organizzata della questione, invitando i cittadini a rivolgersi agli sportelli di Federconsumatori per chiarimenti e assistenza, senza escludere ulteriori azioni per tutelare i diritti dell’utenza.