Il Tallone d'Achille- 10a puntata


Mobilità sostenibile a Chieti: lanciati verso il burrone?


di LiberalChic
Categoria: Tallone D'Achille
06/03/2025 alle ore 09:44



A Chieti, le ruote si chiamano in modo intrigante: Vaimoo! 

Qualcuno potrebbe dire: “E che sarà mai questo Vaimoo? Un nuovo tormentone reggaeton?” Niente di tutto ciò: si tratta invece di un progetto – almeno sulla carta – rivoluzionario, che promette di catapultare la città nell’era della mobilità sostenibile. Finalmente? Incrociamo le dita. 

E-bike in 18 stazioni: l’alba di una città “green”? 

Dall’8 luglio 2024 si sono montare le stazioni per le e-bike un po’ ovunque (letteralmente). Sono 18 a Chieti, ma l’Abruzzo in totale ne conta 80, per ospitare una flotta da 280 biciclette elettriche (belle, comode e, si spera, scattanti). Lo dicono con orgoglio il sindaco Diego Ferrara e l’assessore alla Mobilità Stefano Rispoli, e in effetti la prospettiva suona bene: meno code in macchina, meno smog, meno scuse per non farsi una pedalata all’ora dell’aperitivo. 
Il tutto nasce da una collaborazione tra Comune, la Società Unica Abruzzese di Trasporto (TUA) e la startup Vaimoo Srl: la promessa è un sistema di bike sharing: 

perfettamente integrato con il trasporto pubblico, così da lasciare l’auto a casa e non rimpiangerla… o almeno, questo è l’auspicio. In pratica, se siete già in possesso di un abbonamento TUA, avrete pure sconti sul servizio. Qualcuno dice: “E se non me la sento di pedalare in salita fino a Chieti Alta?” Beh, le e-bike dovrebbero (in teoria) rendere le pendenze meno mortali. 

“A costo zero per l’Ente” 

Tra gli slogan del progetto, il mantra è che l’operazione non graverà sulle casse comunali. Una bella notizia, soprattutto per chi teme l’ennesimo buco di bilancio da colmare con le immarcescibili multe divieto di sosta (che comunque, figuriamoci se spariscono). L’idea è piuttosto semplice: tu scarichi un’app, individui la stazione più vicina (18 a Chieti, mica poche) e sblocchi la bici con un clic. Poi la ri-depositi in un’altra stazione, e via. In tempi in cui le app decidono persino quanta acqua devi bere al giorno, perché non sfruttarle per muoversi in modo più sostenibile? 

Inclusione: non solo parole 

Ma c’è di più. Mentre ci prepariamo mentalmente all’assalto alle e-bike, arriva pure un’altra notizia: il Comune di Chieti ha approvato l’adesione alla Piattaforma Unica Nazionale Informatica dei Contrassegni Unici (CUDE). In soldoni, cos’è? Un sistema centrale che riconosce i permessi per disabili, valido in tutta Italia, senza ogni volta dover comunicare targa e dati a ogni singolo Comune che magari cambia regolamenti con la stessa rapidità con cui alcuni cambiano giunta. 
È tutto merito (o colpa, dipende da quanto siate scettici) di un progetto promosso da ANCI e già in vigore da un po’. Chieti, a quanto pare, ha deciso di non rimanere indietro. E meno male, viene da dire, perché consentire a una persona con disabilità di spostarsi ovunque senza incappare in sanzioni amministrative (o complesse burocrazie) non sembra esattamente un atto di follia progressista, bensì un minimo di civiltà. 

Come funzionerà il CUDE? 

Tranquilli, non si tratta di un nuovo social network per scambiarsi emoji a forma di contrassegno. Il discorso è più concreto: 

  • ● I disabili titolari di contrassegno potranno ottenere un codice univoco dal Comune di residenza. 

  • ● Quel codice finisce nella piattaforma nazionale, dove – incrociato con l’Archivio Nazionale dei Veicoli – compare la targa abbinata. 

  • ● Viaggiando a Milano, a Roma o in un piccolo borgo di montagna che aderisca al sistema, la targa verrà riconosciuta: l’auto potrà entrare in ZTL e passare ovunque sia previsto dalle regole per i contrassegni disabili. Stop alle infinite telefonate in cui comunichi a 36 centralinisti diversi il tuo numero di targa. 
    Risultato: barriere (almeno burocratiche) abbattute, e un bel segno di modernità. Certo, c’è da augurarsi che funzioni tutto come promesso – e che l’applicazione non subisca arresti improvvisi alla “già quasi in tilt” rete informatica dei Comuni italiani. 

Fra sogno e realtà 

Sul fronte mobility sharing, se da un lato l’entusiasmo delle istituzioni si tocca con mano, dall’altro la cauto-scettica popolazione di Chieti (quella che incolonna la macchinina pure per un tragitto di 500 metri) resta un po’ guardinga: funzionerà? Ci saranno davvero e-bike disponibili in ogni stazione? E i furti, gli atti vandalici, le salite toste? Al momento, l’unica certezza è che i tecnici stanno piazzando stalli e segnaletiche speciali in tutto l’Abruzzo, e che presto vedremo di persona se ci ritroveremo un parco di bici “orfane” di manutenzione, oppure un servizio efficiente come nelle grandi capitali europee. 

Perché possiamo essere (moderatamente) ottimisti 

D’altronde, in molte città italiane sistemi di bike sharing e progetti “a costo zero” sono partiti in modo maldestro, per poi migliorare strada facendo. L’idea di integrare l’abbonamento del bus con il noleggio bici e – parallelamente – di rendere la vita più semplice ai disabili è qualcosa che va, come dire, nella direzione di un mondo un po’ meno dantesco. 
Qualcuno lamenterà che mancano piste ciclabili per girare in sicurezza e che la piattaforma informatica CUDE rischi di scontrarsi con la burocrazia cartacea (sempre in agguato), ma intanto possiamo goderci il barlume di speranza: Chieti – a piccoli passi – prova a svecchiarsi e a offrire un respiro più internazionale. 

Per ora 

Insomma, se siete appassionati di due ruote o, molto più semplicemente, se siete stanchi di spender soldi in benzina e parcheggi, date un’occhiata alle nuove stazioni e-bike. Non aspettatevi però un effetto “Amsterdam” in un batter d’occhio, sappiamo che ci vorrà un po’. Ma se almeno un’auto in meno rimarrà in garage, e una persona con disabilità potrà circolare senza doversi scervellare su permessi e targhe a ogni città nuova, questa storia avrà già un lieto (e un po’ sorprendente) fine. 
E chissà, magari entro il 2025 ci abitueremo a vedere più biciclette che macchine lungo le strade di Chieti Alta. Utopistico?  

Forse, ma a volte la realtà prende la piega giusta proprio quando meno ce lo aspettiamo,  e un tocco di ironia, si sa, aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno – o la batteria dell’e-bike ancora carica. 

Alla prossima pedalata  

dal vostro #LiberalChic