Tallone d'Achille- puntata 8


Le mura di Chieti: quando le pietre parlano più di noi


di LiberalChic
Categoria: Tallone D'Achille
20/02/2025 alle ore 10:05



Chieti è una città che, se potesse, si presenterebbe così: “Piacere, sono antica ma sempre attuale”. E a testimoniarlo ci sono le sue mura, quelle che ancora resistono nonostante i secoli, le intemperie e, soprattutto, l’indifferenza moderna. Ma cosa sappiamo davvero di queste pietre che hanno visto tutto? Beh, meno di quanto vorremmo. 

 

Le mura e il tempo: dai romani ai selfie 

Le mura di Chieti hanno origini che affondano nell’epoca romana, quando Teate Marrucinorum era una città potente, con i suoi templi e il suo foro. I romani le costruirono non solo per difendersi, ma anche per affermare il proprio status: niente dice “sono importante” come un muro alto e impenetrabile. 

Poi vennero i medievali, che aggiunsero torri, bastioni e porte. Una su tutte, Porta Pescara, l’unica sopravvissuta a guerre, restauri mancati e alla nostra proverbiale distrazione. Eppure, oggi le mura non vengono notate più di una segnaletica stradale. 

Anzi, se ci fosse un concorso di bellezza per strutture storiche, Chieti manderebbe le mura con un cartello al collo: “Portatemi un architetto, grazie”

 

Le mura oggi: le vediamo o le ignoriamo? 

Il problema delle mura è che, un po’ come certi vicini di casa, sono sempre lì, ma non ci facciamo caso. Passeggiamo accanto a resti medievali senza pensarci, presi dallo scorrere della quotidianità. Ci sono tratti, come quelli in Via degli Agostiniani o presso la Civitella, che meriterebbero attenzione. Ma no, noi preferiamo guardare il telefono. 

E allora capita che un turista si fermi, scatti una foto e ti chieda informazioni: “Ma queste mura di che periodo sono?”. E tu, fiero teatino, rispondi: “Eh... vecchie, direi”

 

Restauro e valorizzazione: il dilemma eterno 

Le mura di Chieti, lo sappiamo, hanno bisogno di cure. Ogni tanto spunta un progetto di restauro o un evento che promette di valorizzarle. Ma i risultati sono spesso timidi, come se ci fosse una paura di fondo: “Non è che restaurando troppo rischiamo di farle sembrare nuove?”

Eppure, negli ultimi anni, qualcosa si è mosso: visite guidate, pannelli esplicativi, persino eventi culturali che coinvolgono le mura come sfondo. Certo, nulla di rivoluzionario, ma almeno si è capito che queste pietre potrebbero raccontare molto più di quanto sembri. Sempre che ci decidiamo ad ascoltarle. 

 

Tra storia e leggenda: quando le mura bisbigliano 

Le mura non sono solo pietre: sono memoria. Si racconta, ad esempio, che durante l’assedio di Annibale, gli abitanti di Teate si nascosero dietro queste difese, riuscendo a respingere l’invasore. Altre storie parlano di passaggi segreti che si snodano sotto la città, utilizzati per fuggire o per muoversi durante i conflitti. 

Ma le leggende più intriganti sono quelle che non possiamo confermare: si dice che certe notti, quando il vento soffia forte, le mura emettano suoni, quasi come se stessero parlando. Raccontano storie di tempi antichi, di battaglie, di amori e tradimenti. O forse è solo il vento che si diverte a giocare con la nostra immaginazione. 

 

Cosa possiamo fare per non ignorarle più 

Siamo sinceri: quanto spesso ci fermiamo ad apprezzare le mura di Chieti? La risposta è probabilmente “mai”. Eppure, queste pietre ci offrono un’opportunità unica: ricordarci che la storia non è solo qualcosa che si legge nei libri, ma è qui, sotto i nostri occhi. 

Allora, ecco qualche idea pratica per farle rivivere: 

  • ● Organizziamo un evento ironico: chiamiamolo “Selfie sulle mura”, dove ogni partecipante scatta una foto con il suo tratto preferito e la condivide sui social. 

  • ● Creiamo una “caccia alle mura”: un percorso a premi per chi riesce a trovare tutti i tratti ancora visibili. 

  • ● Adottiamo una pietra: ogni cittadino può scegliere un tratto di muro da prendersi a cuore, magari raccontandolo ai turisti o semplicemente tenendolo pulito. 

 

Chieti e le sue mura: un futuro da costruire 

Le mura di Chieti ci ricordano che siamo una città con radici profonde, ma che spesso dimentica di guardarsi intorno. E allora, cari concittadini, facciamo uno sforzo: la prossima volta che passeggiamo accanto a un muro medievale, fermiamoci. Toccate quelle pietre, scattate una foto, pensate a tutte le storie che custodiscono. 

Perché, in fondo, le mura sono come noi: resistenti, imperfette e piene di storie da raccontare. E non lasciamole parlare da sole. 

il vostro #LiberalChic