Facciamo finta di chiacchierare al bar del centro storico di Chieti, sorseggiando un caffè – o un calice di Montepulciano, scegliete voi – e domandiamoci: “Ma quanto siamo moderni, noi teatini, con questa faccenda del digitale?” La risposta breve: abbastanza. Quella lunga: servono ancora parecchi passi avanti perché “abbastanza” diventi “orgogliosamente al passo col XXI secolo”.
Partiamo dai numeri: copertura internet e infrastrutture
Secondo dati aggiornati al 2023, la copertura a banda ultralarga (cioè fibra ottica FTTH e FTTC) nel comune di Chieti raggiunge circa l’82% delle unità abitative. La buona notizia: ci piazziamo sopra la media regionale abruzzese, che al momento si aggira intorno al 79% 7. La cattiva notizia: sono ancora presenti vaste aree, specialmente nelle zone collinari e periferiche, dove navigare su Internet è un’impresa più epica di una scalata sul Gran Sasso. La città, con i suoi circa 50.000 abitanti (fonte ISTAT 2021), non è mastodontica, e infatti la posa di fibra è in corso già da qualche anno. Alcuni quartieri, come Chieti Scalo e le aree nei dintorni dell’Università “G. d’Annunzio”, sono più “fortunati” in quanto a velocità di connessione, mentre il centro storico patisce ancora un po’ di ritardi tecnici: le vie strette e i palazzi antichi non sono esattamente i migliori amici degli scavi per la fibra ottica. Ci si augura che entro la fine del 2025 – stando alle promesse dell’amministrazione comunale, nero su bianco in vari comunicati stampa – l’intero territorio urbano possa godere di una connessione almeno di tipo FTTC (Fiber to the Cabinet). Magari ci riusciremo in anticipo, dicono gli ottimisti: tutto dipenderà dalla velocità con cui i cantieri riusciranno a districarsi tra le limitazioni architettoniche del centro storico.
Coworking a Chieti: quando la scrivania è “condivisa”
Sull’onda della rivoluzione digitale, anche a Chieti hanno iniziato a spuntare come funghi degli spazi di coworking. Non siamo al livello di Milano o Barcellona, ovviamente, ma almeno ci sono dei luoghi pensati per imprenditori, freelance e startupper che vogliono lavorare in un ambiente diverso dalla cucina di casa. Un esempio? "Hub 15", uno spazio in Via Vella che nel 2022 si è ritagliato una sua nicchia di irriducibili digital worker. I fondatori raccontano che, da quando hanno aperto, hanno ospitato più di 120 professionisti tra sviluppatori, grafici e copywriter, alcuni di passaggio da altre regioni italiane, altri stabilmente radicati in Abruzzo 123. Poi c’è “SpazioC2 Coworking Chieti”, che scommette sulla formazione continua: organizza workshop su marketing digitale, e-commerce e utilizzo professionale dei social media, in collaborazione con la Camera di Commercio di Chieti-Pescara 7. Bazzicandoci, è facile incappare in giovani imprenditori che sfornano idee su come far fruttare la vocazione gastronomica e artigianale della zona anche online. Certo, ci siamo accorti che non tutti i teatini conoscono questi spazi: c’è ancora la mentalità del “lavoro da casa = pantofole e tuta” e si tende a ignorare che esiste una rete di professionisti che, facendosi coraggio a vicenda e condividendo costi e idee, potrebbero spingere l’innovazione digitale locale parecchio più avanti.
Start-up teatine: c’è vita oltre le solite botteghe
Le start-up, a Chieti, non sono una leggenda metropolitana. Un caso interessante è “Innova Labs”, che si occupa di software gestionali per le PMI locali. Fondata nel 2019 da tre ex studenti dell’Università “G. d’Annunzio” e con sede operativa in un minuscolo ufficio affacciato su via Pescara, ha registrato una crescita del +30% nel fatturato tra il 2021 e il 2022. Non siamo nella Silicon Valley, chiaramente, ma questi numeri sono un segnale che pure qui in Abruzzo, se hai un’idea decente e un po’ di coraggio, puoi tirare su qualcosa di nuovo. Certo, la burocrazia non facilita la vita a nessuno: ben tre mesi e mezzo per ottenere i permessi di “adattamento locali” in uno stabile considerato area di interesse storico. Ma almeno i ragazzi ce l’hanno fatta e ora sono uno dei gruppi di sviluppatori più ricercati nel panorama locale.
Educazione digitale: seminiamo ora per raccogliere domani
Fino a pochi anni fa, dire “educazione digitale a Chieti” significava parlare di qualche laboratorio informatico nelle scuole e nulla più. Ma la pandemia ha stravolto le carte in tavola, e ora il Comune, insieme ad alcuni istituti superiori (noti nomi: l’Istituto Tecnico “L. di Savoia”, l’Istituto “G. Marconi”), organizza corsi di alfabetizzazione informatica rivolti agli adulti over 65 (i nonni hyper-tecnologici che imparano a fare la spesa online, per intenderci) e progetti di “coding” per i ragazzi delle medie. Secondo i dati rilasciati dall’Ufficio Scolastico Regionale, solo nel 2022 sono stati attivati 27 laboratori di programmazione e robotica in scuole elementari e medie della provincia di Chieti, coinvolgendo più di 800 studenti. Certo, siamo lontani dai numeri delle grandi città, ma è pur sempre un inizio. E visto che l’anima teatina a volte tende a un certo romanticismo (“ah, i tempi d’oro di Roma antica, quando la nostra Teate era culla della civiltà”), non bisogna sorprendersi se ci si muove con una certa calma. La buona notizia è che – passo dopo passo – si registra un sensibile aumento delle competenze digitali tra i giovanissimi. La brutta notizia è che molti adulti tardano ad aggiornarsi, complicando la diffusione su larga scala di strumenti smart per il lavoro e la vita quotidiana.
Accessibilità digitale: proposte e qualche speranza
E veniamo al tasto dolente: l’accessibilità digitale per tutti. Non è un mistero che chi vive in zone più remote del comune, faccia fatica a usufruire di una rete stabile e veloce. Nei quartieri più disagiati di Chieti, l’accesso alla tecnologia diventa un lusso, soprattutto per le fasce di popolazione meno abbienti. Le proposte sul tavolo, nero su bianco in alcuni documenti del Consiglio Comunale (tra cui il piano di Agenda Digitale Abruzzo), includono: Voucher per la connettività: sconti sulle bollette internet per famiglie a basso reddito, per favorire la diffusione dell’online nei nuclei che ne avrebbero più bisogno. Biblioteche digitali: postazioni PC gratuite e corsi di formazione negli spazi comunali, per spingere la cittadinanza a prendere familiarità con l’uso di internet e software. Collaborazione con privati e start-up: invitare le imprese locali a sponsorizzare iniziative educative o di potenziamento dell’infrastruttura. Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che, quando il pubblico e il privato si siedono allo stesso tavolo, i risultati arrivano (anche se talvolta con i tempi tipici della burocrazia). Un esempio concreto di collaborazione? Il recente progetto “Punto Impresa Digitale” promosso dalla Camera di Commercio di Chieti-Pescara, che eroga consulenze, webinar e contributi finanziari per l’adozione di strumenti digitali nelle PMI. Secondo i report annuali, almeno 250 imprese in provincia di Chieti hanno già usufruito di questi servizi, scoprendo che fare l’e-commerce non è poi una follia e che i social network, se usati con criterio, possono trasformare il negozietto di quartiere in una piccola potenza regionale.
Dunque
Chieti è una città che, tra le mura romane, i bar storici e i musei archeologici, si trova ad affrontare la sfida del digitale: una sfida enorme, ma anche un’opportunità concreta. Non è detto che dobbiamo per forza inseguire a tutti i costi i ritmi di Milano o Berlino, però se c’è una cosa che l’esperienza degli ultimi due anni ci ha insegnato – e qui parlo da “teatino doc” – è che una comunità ben connessa, con infrastrutture all’altezza e cittadini formati, riesce a reagire più facilmente ai cambiamenti. Le startup locali iniziano a germogliare, i coworking timidamente si fanno strada, le scuole spingono sull’educazione digitale, e l’Amministrazione, tra un comizio e l’altro, fa trapelare la voglia di accelerare sulla banda ultralarga.
Certo, ci sono ancora carenze, ritardi, aree cieche dal punto di vista tecnologico, e la percentuale di persone ancora tagliate fuori dal mondo digitale non è irrilevante. Ma se incrociamo le dita, e – un po’ come quando aspettiamo la processione del Venerdì Santo – facciamo la nostra parte, forse arriveremo a quel livello di vivacità innovativa che, fino a pochi anni fa, era quasi impensabile.
Che poi, in una città in cui si discute ancora del mito della vecchia Teate e dei fasti passati, che ci sia finalmente una nuova prospettiva di futuro è forse la più bella notizia dell’anno. E non ci dispiacerebbe festeggiare con un brindisi. Magari in un coworking, rigorosamente con un calice di vino (digitale o analogico lo decideremo al momento).
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