Cari amici del Tallone, parliamoci chiaro, camminare a Chieti è un rischio calcolato, i marciapiedi fanno invidia alle sale di Escher, sono realtà parallele con radici, bagni canini e mattonelle ballerine.
I più romantici diranno che il centro storico ha il fascino dei tempi andati, vero, ma il problema è che è andato tutto, tranne il rischio di slogarsi una caviglia. Se a Chieti Scalo puoi almeno far finta di correre - perché non si capisce mai se stai passeggiando o cercando di evitare una buca — a Chieti alta camminare è uno sport olimpico, con disciplina obbligatoria: il salto a ostacoli di un marciapiede stretto 30 centimetri, con Panda e SUV parcheggiati sopra a mo di installazione permanente.
Non è che i marciapiedi qui siano stretti, è che sembrano un'illusione ottica, scende in strada, con la grazia di un suicida calcolatore, e si procedere in fila indiana dietro la signora che trascina il carrello della spesa formando una carovana.
Rinunciare.
Prendere l'auto anche per fare cento metri?
Marciapiedi migliori? Pensiamoci noi
Aspettare il Comune è un po' come aspettare che si asciughino i panni stesi d'inverno: prima o poi succede, ma serve fede incrollabile. Nel frattempo, però, noi teatini siamo noti per arrangiarci e saperci ridere su, ecco qualche idea per smuovere la situazione senza nemmeno una burocrazia di mezzo.
1. Il bollino di vergogna 2.0: la "certificazione creativa"
Niente più adesivi da buontemponi, passiamo all'arte. Armati di post adesivi nella tasca, diamo certificazioni ufficiali del ns Parcheggiando con le Stelle che forse andiamo in prima serata!
"Premio Panda d'Oro per il miglior ingombro urbano".
"Parcheggio approvato dal Guinness dei Primati per la creatività".
Le foto delle opere d'arte diventano virali, e chi parcheggia sopra un marciapiede forse, forse, se vergogna.
2. Adotta una buca: versione VIP
Le buche a Chieti hanno personalità,mMettiamo cartellini di presentazione accanto alle più longeve:
"Qui giace una buca storica del 1997: ne ha viste di più delle vostre relazioni finite".
"Buca di passaggio per chi ama vivere pericolosamente".
Adottare una buca vuol dire anche farla parlare, invitarla al centro del dibattito.
Con un piccolo concorso social, eleggiamo "Miss Buca dell'Anno": il gesto non è solo simbolico, serve a dire che le cose le vediamo!
3. Il pedibus: la camminata critica teatina
Se i marciapiedi sono una sfida, giochiamocela insieme: organizziamo il "pedibus". i Si cammina tutti insieme, segnando con bandierine di carta ogni buca, marciapiede storto e radice assassina, faremo "Caccia al" nostro unico "tesoro".
4. Piantiamola (letteralmente)
Un marciapiede rotto con una buca? Noi ci interriamo una pianta!
Anche il peggior disastro diventa sopportabile se lo trasformi in qualcosa di più bello.
Camminiamo con dignità, questa settimana lanciamo la sfida, ci vediamo sui marciapiedi, dove il parkour è gratis e l'ironia non manca mai.
alla prossima dal Vs atletico #LiberalChic