In Abruzzo si è aperto un acceso confronto sulla necessità di aggiornare la legge regionale che disciplina l’assegnazione dei finanziamenti pubblici. La normativa, nata per sostenere Comuni, associazioni del terzo settore e organizzazioni sportive dilettantistiche (Asd), è stata oggetto di critiche per la mancanza di trasparenza e di criteri chiari, sollevando dubbi sull’equità della distribuzione dei fondi.
La discussione si concentra sulla necessità di migliorare la norma, assicurando che le risorse disponibili siano indirizzate verso i reali bisogni del territorio, evitando sprechi o assegnazioni arbitrarie. Uno dei nodi principali è rappresentato dalla definizione dei criteri di assegnazione: senza regole trasparenti e condivise, il rischio è che i fondi vengano distribuiti in modo squilibrato, penalizzando alcune aree o settori.
Secondo alcune voci autorevoli, non esistono contrapposizioni insanabili all’interno degli schieramenti politici, ma semplici differenze di vedute su come affrontare la questione. Queste divergenze, tuttavia, sono considerate fisiologiche, sia a livello regionale che nazionale, dove spesso forze politiche alleate hanno posizioni diverse anche su temi di grande importanza.
Se l’attuale opposizione avesse ottenuto la guida della Regione nelle ultime elezioni, avrebbe potuto applicare direttamente il proprio programma. Ma la realtà politica attuale richiede un approccio collaborativo. In quest’ottica, l’invito del presidente del Consiglio regionale a partecipare al confronto sui criteri di distribuzione dei fondi è stato valutato positivamente, sebbene sia stato un errore non aver colto questa opportunità in tempi precedenti.
Per molti, i principali destinatari dei finanziamenti dovrebbero essere i Comuni, le associazioni del terzo settore e le Asd, categorie che spesso si trovano a fronteggiare necessità urgenti con risorse limitate. Per quanto riguarda le Asd, si sta valutando l’ipotesi di escluderle temporaneamente dalla legge principale e di creare invece un meccanismo di finanziamento dedicato, come previsto dalla Legge regionale 02/2018, che tuttavia necessita di adeguata copertura finanziaria e di criteri chiari per la rendicontazione.
In passato, i cosiddetti finanziamenti “omnibus” sono stati utilizzati senza generare particolare dibattito, ma oggi si richiede maggiore responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche. Il caso del Comune di Atessa è emblematico: nonostante rappresenti una realtà complessa, in passato non ha ricevuto alcun finanziamento, né dalla maggioranza né dall’opposizione. Recentemente, però, ha ottenuto un contributo per lavori di manutenzione straordinaria su una piscina pubblica, coprendo comunque con fondi propri gran parte dei costi. Un intervento mirato che non dovrebbe sollevare polemiche, ma che evidenzia quanto sia necessario assicurare una distribuzione più equilibrata delle risorse.
Per evitare ulteriori criticità, occorre rivedere la legge introducendo regole più precise e meccanismi di rotazione tra i beneficiari, in modo da garantire che tutti i territori abbiano accesso a questi strumenti in modo equo. È altrettanto importante escludere dai finanziamenti le realtà che non rispettano i requisiti previsti, evitando dispersioni di risorse in iniziative prive di reale utilità.
L’obiettivo è costruire una legge che sia il risultato di un confronto costruttivo tra maggioranza e opposizione, superando divisioni politiche e concentrandosi sulle priorità del territorio. Solo attraverso una revisione mirata sarà possibile garantire un utilizzo più giusto ed efficace dei finanziamenti pubblici.