Il partito liberale italiano si riorganizza a Chieti con la guida di Alessandro Carbone


In vista delle prossime amministrative potrebbe nascere una nuova coalizione liberale e civica


di Jacopo D'Andreamatteo
Categoria: ABRUZZO
29/08/2024 alle ore 10:59



La riorganizzazione del Partito Liberale Italiano nel capoluogo teatino avrà sicure conseguenze nelle prossime elezioni comunali previste per l’anno prossimo. Gli interrogativi nell’area politica di centro e i giudizi sull’amministrazione comunale sono i temi dell’intervista con il nuovo coordinatore Alessandro Carbone - 44 anni - del Partito Liberale Italiano, eletto solo poche settimane fa. Dopo la laurea in economia e un successivo master in business administration presso la Luiss ha avuto varie esperienze in banche d’affari e società di consulenza, al momento è consulente patrimoniale in uno dei più grandi gruppi assicurativi d'Europa e docente universitario di Corporate Finance.

 

La sua elezione a coordinatore provinciale del Partito Liberale Italiano appare come una mossa di rilancio di un partito con un passato storico notevole che però era scomparso non solo a Chieti ma anche nella regione Abruzzo. Ha già qualche idea per rilanciarlo?

«Oggi in tanti hanno nel cuore un animo liberale, ma è spesso più facile rifugiarsi nei partiti già consolidati magari per ottenere qualche strapuntino, piuttosto che costruire un progetto, noi invece vogliamo   mettere davanti un progetto.

Quello che manca non solo in Abruzzo  è un contenitore che possa tenere insieme chi non vuole rassegnarsi a votare la Meloni o in alternativa la Schlein, peraltro in un paese che ha una legge elettorale per i 2/3 proporzionale, il partito liberale vuole  raccoglie da Chieti  questa grande sfida e si rivolge a  chiunque  voglia riconoscersi in un area  che sia la più ampia e inclusiva possibile che si rivolge soprattutto al mondo civico all'associazionismo e a tutto coloro  che sono tenuti ai margini dai partiti e soprattutto dalla autoreferenzialità delle proprie segreterie. Personalmente penso che dopo le ultime scelte di Renzi e in generale del terzo polo a livello nazionale di rientrare nel perimetro del Centrosinistra si apra uno scenario molto interessante per un partito che io definirei più che centrista centrale, non solo in Abruzzo, ma anche a livello nazionale.

Oggi nella maggior parte dei partiti non solo non si discute più di merito ma neanche di metodo per individuare classe dirigente, noi vogliamo ripartire dal metodo per individuare il merito e vogliamo farlo partendo proprio dai territori»

 

L'anno prossimo i teatini andranno a votare per eleggere un nuovo sindaco o per confermare l'attuale Diego Ferrara. Qual è il giudizio del Partito Liberale, dopo quasi quattro anni di consigliatura?

«Penso che la città di Chieti abbia bisogno di un rilancio, sta vivendo una situazione difficile che ormai si protrae da qualche anno, non vedo azioni da parte di questa amministrazione volte a migliorare la situazione attuale, non la vedo oggi e non l'ho vista in questi anni di amministrazione Ferrara, così come non vedo una visione di città da parte di questa opposizione che a mio giudizio dovrà anteporre al "chi" soprattutto il "come" in vista delle prossime elezioni amministrative. In questo contesto difficile noi desideriamo mettere in campo la nostra proposta politica partendo dalle problematiche e dalle proposte concrete per poterle risolvere, lo faremo soprattutto rivolgendoci al mondo della società civile e insieme a realtà civiche che hanno già una rilevanza nazionale, ma che hanno la nostra stessa visione e vogliono ripartire dai territori»

 

Immaginando che il liberalismo possa trovare alcune applicazioni anche nel territorio comunale quali possono essere i primi interventi di taglio della spesa che le vengono in mente?

«Più che taglio della spesa io metterei il focus sull'ottimizzazione delle risorse esistenti, importando alcuni modelli che si utilizzano nel mercato privato che mettono il consumatore cliente usufruitore del servizio all’interno della catena del valore, in questo caso io metterei il cittadino usufruitore all’interno di una catena del valore per la razionalizzazione e efficientamento della cosa pubblica.

Un esempio su tutti come si sta gestendo la problematica dell'acqua in città è un qualcosa di assurdo che a mio giudizio crea più spreco perché il cittadino che  vede i rubinetti a secco alle ore più assurde  è costretto a fare scorte continue che creano maggiori consumi, questa per me è una delle problematiche maggiori della città soprattutto nei periodi estivi sulla quale si dovrà agire il prima possibile, vedo invece un continuo scaricare responsabilità su altri e totale incapacità di dettare una linea sui tavoli regionali, del resto se la città di Chieti non ha rappresentanza né in parlamento né in consiglio regionale un motivo politico alla base esiste»

 

Esclude che in vista delle prossime elezioni comunali vi possa essere un dialogo con Italia Viva e Azione?

«Io credo che il progetto del terzo polo così come concepito da Renzi e Calenda sia svanito proprio per la gestione prettamente personalistica che hanno avuto i due partiti. Dopo la partita del cuore tra nazionale politica e cantanti l'abbraccio di Renzi con la Schlein dice tutto e penso che Renzi ormai la sua scelta di rientrare in quel perimetro del centro sinistra l'abbia fatta, anche se questa scelta  deve passare per la comunità di Italia Viva, io penso che noi da liberali insieme a chi vuole la patrimoniale, uscire dalla Nato e il giustizialismo a tutti i costi non possiamo starci, penso allo stesso modo però che ci sia parte di Italia Viva e anche di Azione che la pensa come noi ed è chiaro che con chi la pensa come noi non possiamo non dialogare.

Non è neanche da escludere che dopo l'assemblea nazionale di Italia Viva in programma per fine settembre possa nascere un nuovo soggetto che magari condividerà con noi una strada costruita sugli stessi valori, questo non lo escludo»