D'Ambrosio, foglia di fico di Fratelli d'Italia per ribaltare Sigismondi


La mancata elezione all'Europarlamento del chietino, nasconde una guerra di potere tutta marsicana



Categoria: ABRUZZO
24/07/2024 alle ore 13:26



L'AQUILA - La guerra di nervi che si sta consumando ad Avezzano, scaturita dall’ingresso nella Giunta di Iride Cosimati (fedelissima all’assesore di Fratellii d’Italia Mario Quaglieri), consegna una curiosa concomitanza. Ovvero il riavvio del dibattito sulla segreteria regionale di Fratelli d’Italia. Indiscrezioni vogliono che il segretario regionale, nonchè senatore Etel Sigismondi sia stato “scaricato” negli ambienti romani dal presidente Marco Marsilio dopo che, alle ultime elezioni europee, sono mancati all’appello i voti per il chietino Nicola D’Ambrosio su cui il partito era chiamato a fare quadrato. Irpino di nascita, D'Ambrosio è il presidente nazionale di Azione universitaria, già leader di Azione universitaria della D’Annunzio di Chieti e Pescara. Sul banco degli imputati sarebbe finito Etel Sigismondi che è il coordinatore ed è di Vasto, ma gli osservatori interni consegnano una verità parallela. E cioè che i voti a D’Ambrosio non sarebbero mancati sul fronte di Sigismondi, ma su quello marsicano che fa riferimento all’assessore Mario Quaglieri. Il recordman di preferenze pare abbia sostenuto un candidato vicino al ministro Raffaele Fitto. E Marsilio lo saprebbe, solo che è più facile scaricare Sigismondi (che non si è contato), che Quaglieri che invece alle ultime regionali si è guadagnato il titolo di “mister 12mila voti”.
Sullo sfondo - e non è un affatto un caso - c’è però una guerra di potere tutta marsicana visto che Quaglieri, con l’ingresso in Giunta di Cosimati ad Avezzano, ha fatto una forzatura interna al partito: leggasi “contro” Sigismondi e Massimo Verrecchia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione con 7 mila voti anche lui marsicano. Entrambi hanno ribadito che ad Avezzano Fratelli d’Italia resta all’opposizione, visto che il sindaco “civico”  Di Pangrazio è di area centrosinistra, ma è evidente che il caso “avezzanese” sta diventando una guerra di potere interna al partito che punta a ridisegnarne le geografie. Da un lato Quaglieri che forza dall’interno del partito la mano e spinge per affidare la segreteria regionale di FdI al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi. Una accordo che peraltro a Biondi garantirebbe alle prossime politiche una partita di giro di voti di Quaglieri, e a Quaglieri l’appoggio di Biondi alle regionali future. Dall’altro lato c’è il fronte di Massimo Verrecchia e di Etel Sigismondi che tentano di arginare il “golpe” marsicano collegato anche alle prossime amministrative all’Aquila. Quel che è certo è che la mancata elezioni alle europee di D’Ambrosio è stata solo la foglia di fico per scoperchiare la guerra fratricida che sta per aprirsi nel primo partito abruzzese. Per i curiosi è facile immaginare dove sia posizionato il senatore Guido Liris, sodale e alleato aquilano di Verrecchia e notoriamente antagonista di Biondi. E infine, un inciso: Nicola D’Ambrosio alle europee non è stato votato nemmeno dal rosetano Francesco Di Giuseppe, il vicepresidente di Gioventù Nazionale, fedelissimo al partito che dopo la mancata candidatura alle regionali a favore di Marilena Rossi, si aspettava quella alle europee. Segno evidente che D’Ambrosio non ha scaldato il cuori del partito, ma è stato il pretesto ideale per accendere le spade di tutti.