Finanziamenti alla clinica Di Lorenzo, indagato l'assessore recordman di voti Quaglieri


Il legale dell'esponente di Fratelli d'Italia: «L'assessorato al Bilancio non ha potere sulle delibere della Sanità. Non è lui a individuare i beneficiari degli accreditamenti»



Categoria: ABRUZZO
20/06/2024 alle ore 09:19



L’AQUILA  – Perquisizioni e acquisiioni di documenti a casa dell'attuale assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri, nella sede dell'assessorato regionale della Sanità a Pescara e a Palazzo Silone e nella clinica privata Di Lorenzo ad Avezzano. E' il passo decisivo della procura dell'Aquila che ipotizza falsità in atti d'ufficio e abuso d'ufficio in concorso nell’ambito dell’inchiesta sul presunto conflitto di interessi dell'assessore  di Fratelli d’Italia, rieletto con quasi 12mila voti alle elezioni del 10 marzo scorso e, contestualmente, fin dal primo mandato nel 2019, medico chirurgo a contratto con alcune cliniche private della provincia dell’Aquila, tra cui la Di Lorenzo di Avezzano (L’Aquila). COn Mario Quaglieri, ex sindaco di Trasacco (L’Aquila), che nella passata legislatura prima di diventare assessore è stato consigliere regionale e presidente della commissione Sanità,è indagata anche di Lucia Di Lorenzo, proprietaria della clinica Di Lorenzo presso la quale il recordman di preferenze ha lavorato e lavora come chirurgo con un rapporto di lavoro non di dipendente. L’inchiesta, coordinata dal pm Marco Maria Cellini, tende a fare luce sullo status dell’assessore, uomo forte di FdI e poltico molto vicino al presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, anche lui di FdI, in particolare se è possibile che un amministratore regionale può lavorare per strutture convenzionate con il servizio sanitario nazionale alle quelli oltretutto la Regione, proprietaria delle quattro Asl provinciali, assegna fondi per servizi sanitari. In riferimento alla clinica, carabinieri e guardia di finanza vogliono verificare il rapporto di lavoro con il medico chirurgo-assessore, che dal 2019 ha sempre dichiarato ai competenti uffici del consiglio regionale il doppio reddito, e il trattamento economico. Non sono esclusi altri sviluppi e la iscrizione di altre persone sul registro degli indagati. Al vaglio di carabinieri e fiamme gialle anche la delibera approvata a fine anno con il voto di Quaglieri con la quale l’esecutivo di centrodestra ha approvato lo stanziamento di 20 milioni di euro per le case di cura private, compresa la di Lorenzo di Avezzano, al fine di contrastare la mobilità passiva in regione Abruzzo, una decisione non comunicata ma emersa nel corso della campagna elettorale per le regionali.

Al lavoro della procura ha fatto da contraltare finora il pronunciamento di correttezza e quindi di assenza di incompatibilità per Quaglieri da parte della Uffici del consiglio regionale, della Giunta per il regolamento che con i voti della maggioranza di centrodestra si è espressa favorelmente e del Consiglio regionale, il 13 giugno scorso, sempre con i voti della coalizione al governo che il 10 marzo scorso è stata riconfermata, per la prima volta nella storia della Regione, per il secondo mandato. Durante la seduta consiliari le opposizioni sono uscite dall’aula.

Intanto,ieri  in serata, è arrivata alla redazioni giornalistiche, una nota del legale di Quaglieri, l’avvocato Carlo Polce: “Desta sconcerto che si torni nuovamente sulla questione del conflitto di interesse nonostante che l’ANAC e la Giunta per le elezioni in seno al Consiglio Regionale abbiano chiarito una volta per tutte che non c’è incompatibilità tra il ruolo di medico chirurgo con il rapporto libero professionale e la carica di consigliere e di assessore regionale”.
“Occorre precisare che le proposte di delibere di Giunta Regionale in merito agli accreditamenti verso le strutture sanitarie vengono predisposte nell’interezza dal Dipartimento dell’Assessorato alla Sanità che ne ha esclusiva competenza, mentre l’assessorato al Bilancio non ha alcun potere e non incide nel contenuto delle stesse. Occorre altresì sottolineare che le strutture sanitarie destinatarie delle delibere sono individuate dagli uffici competenti, non da quelli dell’Assessorato al Bilancio e, comunque, l’entità degli accrediti sono stabiliti da algoritmi previsti dalla legge. Pertanto, l’assessore al Bilancio Quaglieri non poteva individuare né il beneficiario dell’erogazione e men che meno incidere sulla determinazione dell’entità degli accrediti. Stando così le cose, è evidente che l’Assessore Quaglieri non può aver commesso i fatti contestati che appaiono essere frutto di un abbaglio giuridico”, conclude l’avvocato Polce.