"Fazio e i faziosi di ciniglia"



di Gilgamesh
Categoria: Editoriale
15/05/2023 alle ore 09:47



Non mi piace il Festival di Sanremo: lo trovo uno smandrappato evento alternativo che degrada il calibro culturale della società. 

Ma devo dire che da un punto di vista di prodotto televisivo con ritorno economico funziona: è uno dei pochi programmi televisivi Rai che si ripaga completamente con la pubblicità, guadagnando in più qualcosa. I programmi della Rai interamente autosufficienti, ovvero pienamente ripagati dagli spot pubblicitari, sono quattro: “Chi l’ha visto?”, trasmesso da Rai3, “Linea Blu”, “Wind Music Awards” e il “Festival di Sanremo”, su Rai1. Per tutti gli altri programmi, invece, sono necessari almeno in parte i fondi del canone, anche per “Che tempo che fa”. Il costo del programma di Fazio è coperto dalla pubblicità al 54%. 

Dunque, sveliamo una prima bugia: il programma non si paga da solo. 

Il programma, poi, è prodotto da un’azienda di cui è socio lo stesso Fazio al 50%. Che dunque guadagna come dipendente Rai e per aver venduto alla stessa un programma (in perdita) che lui stesso conduce. Etico? Ognuno ha la sua. 

Ma l’ulteriore realtà sta nell’addio ad un programma ostentatamente snob, falsamente terzista, con un insopportabile buonismo d’accatto ed un’antipatica maestrina (che senza la Gialappa’s non ha mai fatto ridere) che fa la morale con un’ironia da terza media a chiunque. 

Ci mancherà come ci mancherebbe un ombrello nel Sahara.