L'8 marzo si celebra la Giornata internazionale della donna. Una ricorrenza che serve a ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, e a non dimenticare le discriminazioni e le violenze di cui le donne continuano ad essere vittime. Simbolo della giornata è la mimosa, un fiore povero. Questo dovrebbe richiamare umiltà.
8 marzo 2023, noi non festeggiamo ma ricordiamo. Garantire il pieno rispetto della persona, non in quanto donna o uomo, dovrebbe essere la priorità.
A leggere le cronache sui quotidiani di oggi, 8 Marzo 2023, una notizia colpisce con tanta forza da togliere il fiato: quella delle oltre 5000 ragazze iraniane frequentanti i licei e le scuole secondarie inferiori che sono state gravemente intossicate, ai danni del sistema respiratorio, nel più recente tentativo del regime di soffocare la Rivoluzione civile che da molti mesi ha acceso il Paese, al grido di Donna, Vita, Libertà. Il feroce simbolismo della sottrazione della voce, a queste giovani donne, praticato proprio nei luoghi di formazione dedicati ad alimentarne le parole attraverso l’istruzione, costituisce uno dei tasselli più potenti di questo Terzo Millennio attraversato, ovunque, dalla lunga e incessante marcia verso la Parità di Genere.
E ci chiediamo, allora, quale sia l'orizzonte di "parità".
Un interessante punto di vista che riguarda il trattamento differenziato tra coniugi, può far riflettere. Viene da Roberta Lugarà, giovane giurista assistente presso la Corte Europea dei diritti dell'uomo.
In occasione del cognome del marito apparso sulle tessere delle elettrici per il voto del 2019, dice: "L'imposizione del modello patriarcale di famiglia lede l'eguaglianza e la pari dignità di tutti coloro che in tale modello non si rispecchiano, uomini e donne. La protezione accordata alle donne come categoria ritenuta ex legge vulnerabile da una legislazione di stampo patriarcale mostra, nei confronti della moglie, l'altra faccia della subordinazione e, nei confronti del marito, quella del privilegio.
Specularmente, al potere riconosciuto al marito (simboleggiato dalla scelta del suo cognome come nome del nucleo familiare) fatalmente corrisponde la responsabilità connessa al suo esercizio, testimoniata, ad esempio, dalle norme che disciplinavano i rapporti patrimoniali tra i coniugi in maniera favorevole alla moglie.
Una legislazione non ancora del tutto depurata da elementi di stampo patriarcale, pertanto, di fatto ancora impone dinamiche di subordinazione/privilegio, potere/responsabilità all'interno del nucleo familiare, assegnando all'uno o all'altro coniuge dei ruoli predefiniti sulla sola base dell'appartenenza di genere. Queste rigidità - ancora la giurista - ostacolano l'autonomo sviluppo dell'identità della coppia e della sua visibilità nella sfera delle relazioni sociali in cui essa si trova ad esistere che - come ha affermato la Corte Costituzionale in materia di unioni civili - solo una disciplina di natura paritaria e flessibile può garantire".
L'augurio ad ogni donna è che quella mimosa colorata e profumata che ha la forza di nascere, anche spontaneamente, in terreni difficili, possa essere un'occasione per ricordare a se stessa e agli uomini responsabili e consapevoli, la storia dell'universo femminile. La resilienza, la capacità di affrontare le sfide quotidiane ma anche l'autonomia, il coraggio e la libertà per aprirsi a nuovi orizzonti.
Auguri a tutte le donne!