Naufragio a Cutro: a occhi chiusi e spalancati




Categoria: Riflessioni e Parole
07/03/2023 alle ore 13:11



"Per me si va ne la città dolente

per me si va ne l’eterno dolore

per me si va tra la perduta gente”

Il Mar Mediterraneo come l’Achironte dantesco,  i due scafisti  come moderni Caronte, traghettatori delle sessantotto (68) anime dannate (bambini, donne e uomini)  decedute nel naufragio di Cutro. Il barcone salpato dalle coste turche, navigava da quattro giorni, i migranti ammassati nella stiva, vengono fatti uscire a turno solo per fare i loro bisogni  o respirare quel tanto che basta per tornare di sotto e restare nascosti. La barca arriva a pochi metri dalla costa crotonese, il motore è in avaria, sbatte contro gli scogli e si spezza in due. L'acqua comincia a entrare nella stiva. Un ragazzo poco prima invia un messaggio alla famiglia:” va tutto bene, stiamo arrivando”.

Il primo avvistamento, con annessa segnalazione, avviene da uno degli aerei di Frontex (agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) alle 23:05, ma i primi soccorsi avvengono solo 5 ore dopo.  Sono due carabinieri del radiomobile della Compagnia di Crotone i primi ad intervenire, alle 4.30. I militari hanno salvato due persone e recuperato 17 corpi. "Ci siamo avvicinati, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, sotto l'imbarcazione e in pericolo di essere schiacciati. Una donna era già deceduta, mentre un uomo era in sofferenza respiratoria", si legge nella relazione agli atti dell'inchiesta. Solo dopo sono arrivati alcuni pescatori, e, successivamente, 118, Gdf, Polizia, Guardia Costiera e personale del Centro di accoglienza.

Il ministro dell’Interno ha causato numerose polemiche per la sua posizione sul naufragio di domenica scorsa: «La disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli», ha detto Piantedosi. Una frase che ha sollevato polemiche, difatti, la  neo eletta segretaria del Pd Elly Schlein chiede a gran voce le sue dimissioni.  

La migrazione incontrollata non è un problema sporadico ed europeo,  tutt’altro. Da gennaio ad agosto del 2022, infatti, nel Mediterraneo, sono state registrate 310 vittime e 851 dispersi: in totale 1.161 persone. Africa settentrionale, nei primi otto mesi dell'anno 450 persone sono decedute o non se ne è più avuta notizia. Ma ci sono state centinaia di vittime anche in nel nord e centro America, in Asia meridionale e nel mar dei Caraibi. Oltre agli eventi estremi come la morte, le rotte migratorie sono inoltre molto pericolose per le violenze di cui si può rimanere vittima lungo le frontiere. 

In solitudine,  in silenzio.  L’unico organo della stato, volato in Calabria per rendere omaggio alle vittime, è Sergio Mattarella. Il capo dello Stato si è trattenuto da solo davanti ai feretri per alcuni minuti.  Quest’immagine  simbolo è  il sunto della disgrazia, un dualismo junghiano che racchiude in sé l’emblema della strage: l’Italia che sa ma che rimane a guardare;  i migranti, che ,senza rammarico, aspettano la loro fine. Noi tutti, invece, guardiamo ad occhi chiusi e spalancati, poi spegniamo la tv.

Tommaso Di Polidoro