Rigopiano: 25 assoluzioni e 5 condanne, così si chiude il primo grado del processo


Tra i 30 imputati, il sindaco di Farindola Lacchetta è stato condannato a 2 anni e 8 mesi


di Niccolò Monti
Categoria: ABRUZZO
23/02/2023 alle ore 18:09



Si chiude con 5 condanne e 25 assoluzioni, decise dal GUP di Pescara, Gianluca Sarandrea, il primo grado del processo per la tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio del 2017, da una valanga, evento in cui morirono 29 persone. I 30 imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, erano accusati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi. 

L’attuale sindaco di Farindola Ilario Lacchetta è stato ritenuto responsabile limitatamente alla omissione dell’ordinanza di inagibilità e di sgombero dell’Hotel Rigopiano, e condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione.

Paolo D’Incecco Paolo e Mauro Di Blasio, rispettivamente dirigente e responsabile del servizio di viabilità della Provincia di Pescara, sono invece ritenuti responsabili relativamente al monitoraggio della percorribilità delle strade rientranti nel comparto della S.P. 8, al mancato reperimento di un mezzo sostitutivo della turbina fuori uso, nonché alla mancata chiusura al traffico veicolare del tratto stradale della provinciale 8 dal bivio Mirri e Rigopiano. Entrambi gli imputati, a cui sono state concesse le attenuanti generiche e operata la diminuente per la scelta del rito, sono stati condannati a 3 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno.

Sei mesi di reclusione per falso, infine, al gestore dell’albergo Bruno Di Tommaso e Giuseppe Gatto, redattore della relazione tecnica allegata alla richiesta della stessa società di intervenire su tettoie e verande dell’hotel. 

L’accusa aveva chiesto 26 condanne per un totale di 151 anni e mezzo di reclusione e 4 assoluzioni

Sono stati assolti, perché il fatto non costituisce reato, Francesco Provolo, ex prefetto di Pescara, per cui i pm avevano chiesto 12 anni di reclusione, e Antonio Di Marco, ex presidente della Provincia di Pescara, per cui la procura aveva chiesto 6 anni di reclusione.

Pianti in aula tra i familiari delle vittime dopo la lettura della sentenza nell’aula del Tribunale di Rigopiano. Alcuni dei familiari hanno applaudito sarcasticamente il giudice Gianluca Sarandrea, per poi gridargli contro "Ti devi vergognare, è uno schifo, questa non è giustizia". Lacrime e urla in aula, tanto da richiedere l’intervento di poliziotti e carabinieri.