L'arresto di Messina Denaro smentisce il ministro della Giustizia Nordio sulle intercettazioni


Il procuratore De Lucia: "Senza le intercettazioni non si possono fare le indagini di mafia"


di Niccolò Monti
Categoria: ITALIA
18/01/2023 alle ore 00:16



Chissà se l'arresto dell'ultimo boss delle stragi, Matteo Messina Denaro, avrà fatto cambiare idea al ministro della Giustizia Carlo Nordio sull'importanza delle intercettazioni

Il 22 dicembre scorso, infatti, il guardasigilli, su la7, a L'aria che tira, mise in discussione l'efficacia delle intercettazioni: "L'indagato più è delinquente e più sa di essere intercettato. Crediamo veramente che la mafia parli per telefono? Un mafioso vero non parla né al telefono né al cellulare perché sa che c'è il trojan, né in aperta campagna perché ci sono i direzionali".

Il ministro non è nuovo a queste dichiarazioni. Già l'8 giugno 2020, molto prima che venisse nominato ministro, in un'intervista al quotidiano Libero dichiarò: "Sono sempre stato contrario, e lo sono ancora, all'utilizzo processuale delle intercettazioni, strumento invasivo e anticostituzionale che dovrebbe essere relegato tra gli spunti investigativi come le confidenze e le lettere anonime, senza mai esser depositate, nemmeno in riassunto".

L'arresto del boss mafioso sembra smentire ogni sua dichiarazione, dato che ieri il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia ha raccontato come le intercettazioni "siano state fondamentali per l'operazione che ha portato all'arresto di Matteo Messina Denaro". Per poi aggiungere: "Le intercettazioni sono irrinunciabili e indispensabili nel contrasto alla criminalità organizzata. Senza, non si possono fare indagini".

Ribadisce lo stesso concetto anche il procuratore aggiunto Paolo Guido che, in un'intervista a Marco Lillo su Il Fatto Quotidiano: "Le intercettazioni sono state fondamentali. Sono state di tutti i tipi e sono state decisive".

La linea del governo sulla Giustizia, però, non sembra dettarla Nordio. La premier Giorgia Meloni, infatti, a Quarta Repubblica su Rete4 smentisce il suo ministro: "Le intercettazioni per come sono utilizzate nei procedimenti di mafia sono fondamentali, sono uno strumento di indagine del quale non si può fare a meno e nessuno, per questo genere di reati, lo ha mai messo in discussione" - dimenticando, però, le precedenti dichiarazioni del suo guardasigilli.

Anche il sottosegretario all'Interno, Wanda Ferro, ribadisce la linea Meloni. A Il Fatto Quotidiano, infatti, dice: "Contro le mafie non è mai troppo, bisogna sempre fare di più per evitare che si rigenerino. Per questo il governo non alleggerirà mai queste norme: 41-bis, ergastolo ostativo e intercettazioni sono strumenti essenziali contro la criminalità organizzata".

Il ministro Nordio sembra quindi isolato dalla premier e dal suo partito, anche se nella maggioranza Forza Italia appoggia pienamente la sua linea. Il 30 aprile del 2022, a chi gli chiedeva di una sua possibile nomina a ministro, Nordio rispondeva: "Credo di essere un giurista che ha esercitato il suo lavoro per più di 40 anni con dignità e decenza, ma non credo di essere adatto per cariche politiche. Non è sufficiente essere dei buoni tecnici o delle brave persone per essere dei buoni politici". Chissà che la Meloni non se ne stia accorgendo proprio in queste ore.