L'Abruzzo perde il 4.23% dei cittadini, il doppio rispetto all'Italia. Male su giovani e lavoratori


Secondo uno studio del prof. Aldo Ronci l'Abruzzo dal 2013 al 2021, al netto di "arrivi" e "partenze", ha perso 56.258 abitanti e ha una percentuale di immigrati più bassa della media nazionale


di Michele Raiola
Categoria: ABRUZZO
13/12/2022 alle ore 22:36



In otto anni, più precisamente dal 2013 al 2021, la Regione Abruzzo ha avuto una forte decrescita pari al 4.23%, dovuta alla perdita di ben 56.258 abitanti.
Un risultato frutto di una perdita di 101.535 persone tra 0 e 48 anni e un aumento di 45.277 dai 49 anni in su.

La decrescita tra 0 e 48 anni viene suddivisa in tre fasce: 0-14 (-18.017), 15-31 (-27.869), 32-48 (-55.649). L'aumento, invece, prevede 23.424 abitanti in più nella fascia 49-64 e 21.853 in più dai 65 in su.

Le fasce anagrafiche che più preoccupano sono quella 32‐48 anni e quella 15‐31 anni: la prima ha perso 55.649 unità (‐16,76%), comunque una percentuale in linea con la media nazionale (‐16,20%); la seconda, invece, desta sgomento e chiede riflessione considerando che ha visto emigrare 27.869 giovani, con un decremento dell’11,67%, pari a due volte e mezzo il dato dell'Italia, che si attesta ad appena il 4,67%.

Un dato che non rimane indifferente è anche quello relativo al numero degli stranieri, i quali, nel 2020, in Abruzzo erano 82.338 su un totale di 1.273.660 abitanti, pari quindi al 6%, registrando una differenza in negativo di 3 punti percentuali rispetto al 9% nazionale.

In sintesi parliamo di una Regione Abruzzo che non riesce a trattenere le categorie dei giovani e una grande fetta dei lavoratori, un dato che dovrebbe far pensare davvero tanto per il futuro degli abruzzesi e lo sviluppo dell'intero territorio regionale.

 

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