Guerra di nervi tra Lega e Fratelli d'Italia. Un unicum teramano


Intanto in casa di Forza Italia si sorride di circostanza per l'arrivo del "paracadutato" Di Gianvittorio


di Marianna De Troia
Categoria: ABRUZZO
26/04/2022 alle ore 16:03



Sanate le contrapposizioni interne alla Lega, adesso il partito di Salvini è una falange compatta, ma il conflitto si è spostato fuori dal perimetro del partito con gli alleati di Fratelli d’Italia. Dopo il mancato riconoscimento del peso specifico del carroccio deflagrato con le deleghe in Provincia, adesso il fronte si è spostato proprio a Giulianova, in casa del sindaco Jwan Costantini,che è anche il segretario provinciale della Lega.

Costantini nei giorni scorsi ha vestito i panni della colomba di pace tendendo una mano verso Fratelli d’Italia e sottolineando che, siccome i due partiti sono alleati e governano insieme ovunque, forse sarebbe stato quanto meno il caso che a Giulianova si favorisse l’ingresso del consigliere Matteo Francioni che siede in opposizione proprio con Fratelle d'Italia. A rispondere picche a questo ramoscello d'ulivo è stato Romolo Lanciotti, il coordinatore locale di Fratelli d’italia che ha ribadito critiche verso l'operato amministrativo di Cistantini. Da qui un nuovo comunicato da parte del vicecoordinatore regionale Emiliano Di Matteo che oggi ha chiesto ufficialmente al partito della Meloni di prendere le distanze da Lanciotti. Insomma un braccio di ferro, quello tra Lega e Fratelli D’Italia che rappresenta un unicum tutto teramano, visto che ovunque i due partiti alleati corrono insieme, ma in Regione e a Teramo vivono da separati in casa. E alla vigilia delle amministrative a Teramo e alle Regionali un dialogo dovrebbe essere un imperativo visto che il centrosinistra, che invece ha le divisioni e le correnti nel suo codice genetico, potrebbe approfittarne. In casa Forza Italia sembrano esserci meno problemi, ma solo in apparenza. Certo la surroga di Gabriele Astolfi in consiglio regionale verrà sanata a maggio, ma questa è una partita più tecnica che politica. Astolfi infatti entrerà in consiglio per sanare quella che gli osservatori chiamano l’anomalia del doppio voto di D’Annuntis nel senso che il sottosegretario potrebbe portare in Giunta un provvedimento che vota anche da consigliere. Da qui la decisione di lasciarlo solo come assessore aprendo all’ingresso di Astolfi. Nulla c’entra dunque il puntello dell’ingresso di Toni Di Gianvittorio, che certamente rafforza i forzasti teramani, ma che i berlusconiani locali si sono visti paracadutare dall’alto. Di Gianvittorio si è fatto benedire da Gasparri, verrà ufficializzato all’Aquila da Tajani, ma una telefonata di cortesia con i coordinatori locali non sembra essere mai avventuta.