A un anno dalle amministrative nel capoluogo teramano, le indiscrezioni consegnano in maniera ricorrente il nome di Gianni Chiodi quale papabile, o meglio auspicabile, candidato sindaco di Teramo , capace di materializzare una sintesi tra partiti e gruppi civici di centrodestra.
L’ex presidente della Regione Abruzzo, ed ex sindaco di Teramo, viene infatti tirato in ballo sia dagli ambienti simpatizzanti di quel civismo che fa riferimento a Paolo Gatti, (ma che ritengono il leader di Futuro In un po' divisivo e meno aggregante di Chiodi), sia dai partiti di destra che strizzano l’occhio anche in favore di Mauro Di Dalmazio (e che vedono in Chiodi l’ uomo in grado di imprimere una marcia nella campagna elettorale). E magari anche l’unico in grado di convincere lo stesso Di Dalmazio a schierarsi contro il sindaco uscente Gianguido D’Alberto. Chiodi tuttavia, interpellato da www.Impaginato.it, si dice categoricamente fuori da ogni discorso politico.
«Grazie - ha risposto l'ex presidente - ma il mio periodo di impegno pubblico è terminato nel 2014. Naturalmente mi fa piacere aver lasciato un ricordo abbastanza buono come Sindaco di Teramo ma ormai sono solo un professionista a tempo pieno. Vivo meglio e con molto meno stress. Ho smesso anche di fumare le sigarette e di prendere una decina di caffè al giorno. Ora spetta ad altri occuparsi della cosa pubblica (che tanto bene alla salute non fa). Naturalmente resto sempre un elettore di cultura politica liberale e, perciò, antitetica al socialismo della sinistra». Insomma Chiodi resta un semplice elettore di area, consapevole forse che i tempi sono duri e che tra i proclami liberali e programmatici, resta da scontrarsi con le difficoltà della macchina amministrativa e di quei poteri forti con cui ha fatto i conti da presidente. Tanto da lasciare un buon ricordo a tutti, ma forse un retrogusto personale troppo amaro per un ritorno in campo.