Parte III. "Ma questa è un'altra storia"


Perchè vivere in una città di provincia ha i suoi innegabili privilegi. Ma non sono sempre rose e fiori



Categoria: Riflessioni e Parole
21/03/2022 alle ore 15:56



Ma questa è un'altra storia.

Perchè vivere in una città di provincia ha i suoi innegabili privilegi. Ma non sono sempre rose e fiori. Facciamo un esmpio assai eloquente. Due anni fa un politico di razza, uno dei pochi nati nella frazione politica di Miano, Ennio Pirocchi (al quale, detto fuori dai denti si deve il rilancio della fiera dell'agricoltura), ebbe modo di scrivere: "Vi ringrazio per la fiducia che mi avete accordato in questi mesi, ma la mia formazione mi impedisce di accettare acriticamente una operazione che, gestita con trasparenza politica, poteva rendere ancora più forte e vincente il cosiddetto Civismo Partecipativo e che passerà invece alla storia come la più grande operazione di trasformismo politico mai compiuta a Teramo. Auguro tanta fortuna alla nuova Giunta, sopratutto per il bene dei teramani".

Parole pesanti come macigni. Non solo, ma la poltica si sa cambia pelle e così accade che un assessore dimissionato scriva un libro e chi lo presenta? Un giovane rampante che lo aveva sostituito all'assessorato e del quale si dice che stia per scendere dalla giostra della giunta. Cose di provinia, cose di politica di seconda mano. Eugenio Scagliusi ha scritto che “Esiste una generale e comune opinione secondo cui l'attività politica è una inutile perdita di tempo. Se si provasse a chiedere ad un uomo qualunque “Secondo te cos’è la politica?”, la risposta meno volgare, oggi, sarebbe “Litigare senza nulla concludere”. E dalle nostre parti i rimpasti sono merce che si trova all'ingrosso senza badare al colore della amministrazione. Anche se il popolo che non reagisce ogni giorno valuta il lavoro dei delegati alla cosa pubblica e, ci risiamo, con lo sguardo basso ogni giorno si ha modo di vedere che certe situazioni sono prossime al degrado. Altro che innegabili privilegi. Nonostante lo staff dell'uomo solo al comando sia corposo, come detto ha più addetti dell'ufficio anagrafe, ma questa è un'altra storia.

In ogni caso è assai signficativo che proprio dallo staff da alcuni mesi se ne sia andato via, senza sbattere la porta uno che di diplomazia ha contrassegnato la sua esistenza, e se non è riuscito a restare nello staff del palazzo significa che anche per l'uomo paziente l'aria non era delle migliori. Per usare un eufemismo. E' andato via senza utilizzare i social. Pratica che invece lo staff persegue. Trascorrere una buona parte del tempo sui social è ormai una prassi consolidata per la maggior parte della popolazione mondiale. Le attività compulsive legate alla partecipazione ai social network dettano regole, la modalità e la necessità di promuoversi attraverso i continui cambiamenti di stato, post, condivisioni, dirette, localizzazioni e quanto altro. Siamo impegnati ad attirare attenzione, sfruttando al meglio le nuove tecnologie, e lo schermo è diventato il luogo perfetto dove cercare soddisfazione al bisogno di autostima, al rafforzamento della propria immagine e il desiderio di visibilità (Mazzucchelli, 2016). Tutto ciò sopra elencato porta, inevitabilmente alla conclusione facile, anche piuttosto facile, di meritarsi, adesso, il bottone autoadesivo di qualunquista. Per non dimenticare, “si tratta di un movimento politico, promosso dal commediografo e pubblicista Guglielmo Giannini (1891-1959) con il giornale L’Uomo qualunque fondato nel 1944 e con il libro La folla del 1946: caratterizzato da una polemica sfiducia nelle istituzioni statali e nei partiti politici, e da una tendenza sostanzialmente conservatrice, è durato in vita fino al 1948. L’atteggiamento, morale e politico, polemico nei confronti dei partiti politici tradizionali in nome di una gestione tecnocratica e non ideologica del potere, assunto dai promotori e sostenitori del movimento qualunquista. Atteggiamento di generica svalutazione di qualsiasi impegno ideologico e politico”. A parole. Nei fatti le cose sono sotto gli occhi di tutti (frase assai cara al senatore Franchi di Giulianova). In una città divisa in due tronconi, d'altra parte per la serie Turchetti fiato alle trombe (il citato regista fu uno dei "padri" della regia televisiva in Italia. Dopo aver conseguito il diploma a Roma, nel 53 entrò alla  Rai, dove, durante la fase della sperimentazione, fu tra gli artefici dei primi passi dell'ente televisivo nazionale, prima a Milano, poi a Roma. Legò il suo nome ad alcuni programmi che hanno fatto la storia della Tv italiana, come Rischiatutto, nel quale Mike Bongiorno dava il via alla trasmissione con la frase: "fiato alle trombe... Turchetti!!!". Nel corso della sua carriera sperimentò quelle che, per i tempi, erano le più rivoluzionarie innovazioni tecnologiche, come il cromakey, usato come sfondo in una riedizione di Lascia o raddoppia ? nel 1079) sbandierano la messa a dimora di alcuni tendoni e poi andando a curiosare vedi che le cassette della frutta non trovano spazio all'interno dei tendoni, insomma tutto come prima se non peggio. Ma va così, non ci possiamo fare nulla. Schiavi del virtuale, schiavi dei comunicati, schiavi delle conferenze stampa. Schiavi del copia ed incolla. Ma ci si rende conto che le realtà quotidiana è diversa. Molto diversa. Ma questa è un'altra storia.

Come la percentuale della differenziata. Che cresce a secondo di che la rileva. Poi agli angoli delle strade del centro storico buste nere e di altro colore vengono regolarmente lasciate incustodite. Colpa dei teramani. Ma allora la percentuale della raccolta non è quella che ci viene propinata. Se poi aggiungiamo le isole, il porta a porta, come mai le buste nere e di altro colore crescono agli angoli come funghi al sole?  Non solo ma c'è da dire che se è vero che gli omini non raccolgono i bustoni neri, se questi, i bustoni occupano spazi comunali, ecco che interviene il vigile ecolgocio che chiama la partecipata e gli omini passano a raccoglire il bustone nero. Domanda: ma non si fa prima a raccoglierli, volta per volta senza attendere la segnalazione del vigile ecologico? Se non è  un mistero poco ci manca. Ma guai a distrubare il manovratore. Oppure non parlare al conducente. Non importa se in maniera organizzata o spontanea , ciò che conta è fare sentire, nelle forme previste dalla Costituzione, la propria voce. Ha scritto Oscar Wilde: "A volte mi sembra che tu stesso sia stato semplicemente un burattino manovrato da una mano segreta ed invisibile per portare eventi terribili e una terribile conclusione. Ma anche i burattini hanno delle passioni. Portano una trama nuova in quello che rappresentano, e intrecciano la conclusione preordinata della vicenda per soddisfare qualche loro capriccio o brama". A noi invece che voliamo basso piace ricordare che “distesa fra due fiumi in silenzio se ne sta, non è una babilonia, è Teramo città”. Ma questa è un'altra storia.

Gustavo Bruno