Oltre 100 interinali finiscono nella morsa della guerra fredda tra Ersi e Ruzzo


Dai sindacati arriva la notizia di una diffida a non prorogare i contratti in scadenza dei lavoratori


di Marianna De Troia
Categoria: ABRUZZO
16/03/2022 alle ore 14:50



TERAMO - Oltre 100 lavoratori finiscono al centro del duello politico tra l’Ersi, ovvero l’ente regionale per il servizio idrico e la Ruzzo Reti. Lo si apprende da una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil, nella quale si evince che l’Ersi ha diffidato la Ruzzo Reti a prorogare i contratti di tutti e 103 i lavoratori in somministrazione con scadenza al 31 marzo prossimo. La comunicazione, stando a quel che si legge, è stata fornita proprio dalla Ruzzo Reti alla Rsu aziendale nel corso di una riunione del 4 marzo scorso. Da qui la richiesta delle organizzazioni sindacali di un incontro urgente al presidente della Regione Marco Marsilio, all’assessore regionale con delega al Sistema idrico e ambiente Emanuele Imprudente, al prefetto di Teramo Massimo Zanni, oltre che naturalmente al presidente dell’Ersi Nunzio Merolli, al presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, e al presidente del Ruzzo Alessia Cognitti. Nella lettera firmata dalle sigle Filctem Cgil, Femca Cisl, e Uiltec-Uil, si legge che la risoluzione dell’Ersi determinerebbe , visto il numero dei lavoratori interessati, una ricaduta occupazionale insostenibile, e un grave pregiudizio alla normale prosecuzione del servizio pubblico che, di fatto non potrebbe essere garantito. Una situazione definita “grave” dalle stesse sigle sindacali che chiedono dunque un confronto urgente con le istituzioni visti anche i tempi risicatissimi. I lavoratori scadono infatti a fine mese e i nervi tesi che intercorrono da tempo per ragioni politiche tra l'Ersi che svolge funzione di controllo delle società abruzzesi che gestiscono l’acqua e la la società acquedottistica teramana non lasciano presagire nulla di buono. Tra le nubi del braccio di ferro politico che intercorre tra i due enti, una vera e propria azione politico-diplomatica è arrivata dai sindacati i quali, con una pec ufficiale, hanno sollecitato le istituzioni a farsi carico del problema che adesso grava sui lavoratori.