L'ULTIMO SAMURAI DELLA LOTTA FRA TRADIZIONE E PROGRESSO


L'ultimo samurai ambientato nel 1876, mostra in pieno gli effetti sovversivi dell'espansione economica in Giappone


di Antonio di Loreto
Categoria: PERCHE' NO?
10/02/2022 alle ore 14:48



Pelle elettronica consente lo scambio di stimoli tra uomo e robot -  TicinonlineNel film “L’ultimo samurai” diretto da Edward Zwick, il protagonista, il capitano Nathan Algren, interpretato da Tom Cruise diviene tutt’uno con quella che è la Ribellione di Satsuma. Narrando con occhio critico quello che il suo paese, gli Stati uniti d’America, sta facendo in Giappone per scopi meramente economici.

LA SITUAZIONE POLITICA IN GIAPPONE

In Giappone, negli anni in cui è ambientato il film, si era consolidato un nuovo governo guidato dall’imperatore Meiji, il cui nome significa “governo illuminato”; accezione coerente con l’ascesa del Giappone da Stato feudale alla condizione di moderna potenza mondiale.

L’imperatore Meiji fu il successore di Bakufu, che basò il suo governo principalmente sull’aspetto bellico della nazione, facilmente intuibile dal nome stesso il cui significato indica il governo militare. Il primo incarico, di cui si fece promotore il neoimperatore, salito al potere nel 1868, fu l’abolizione del sistema feudaleche stava logorando il sistema classista; portando la nazione in una fase di stallo rispetto a quella progressista globale. Nel 1871 i feudi vennero soppressi permettendo di compiere la centralizzazione “formale” del potere e il rafforzamento dell’istituzione imperiale. L’abrogazione di tale sistema portò al termine della sudditanza deidaimyō sui samurai, ai quali venne concessa una remunerazione.

Negli anni che andarono dal 1874 al 1876, questo sostegno economico mutò in titoli pubblici per la costruzione di imprese individuali; il Giappone stava abbandonando le antiche abitudini per fare il suo ingresso in quella che era la società industriale dell’epoca.

IL RUOLO DEI SAMURAI NELLA SOCIETÀ

All’interno del sistema feudale oltre aidaimyō, padroni delle terre, era presente anche l’aristocrazia che comprendeva anche i samurai (o uomini d'arme). Loro erano sotto la sudditanza militare di un daimyō, ricevendo come compenso annuale in riso, donato dal signore in cambio del servigio ottenuto.

I signori feudali erano i possessori di grandi quantità terriere dalle quali ricavavano un abbondante reddito usufruivano della protezione dei samurai. I daimyō agivano da una città fortificata dove avevano libero arbitrio decisionale sul loro “esercito” i samurai.

Il rapporto tra classe feudale e terra determinò una commercializzazione dell'economia, nel quale i samurai non avevano voce in capitolo. In questa situazione i samurai si posizionarono come classe dominante e come leader culturali della società, sfruttando il lavoro degli altri.

“L’ULTIMO DEI SAMURAI” LA PUBBLIC HISTORY DEL GIAPPONE NEL 1876.

Gli atteggiamenti progressisti del Giappone, verso quella che era una nuova “società”, vennero visti subito come un potenziale approdo economico e strategico, in quelli che erano gli equilibri mondiali. Gli Stati Uniti si mostrarono sin da subito interessati, mostrandosi ospitali, nei confronti del nuovo governo, quando l’imperatore Meiji mandò i suoi generali ad apprendere nuove tecniche di combattimento in America.

Da qui il film inizia a narrare quella che è la storia del capitano Nathan Algren, pluripremiato delle grandi guerre ad ovest di colonizzazione del continente americano contro gl’indiani. Lui a differenza di altri con sé porta un ricordo di quel periodo travisato rispetto a quello comune, non di eroe della patria ma di carnefice di innocenti. Quei giorni in lui hanno fatto maturare un sentimento: il rimorso, permettendogli di aprire gli occhi davanti all’atteggiamento dei samurai rispetto alla fiumana del progresso, invasore del paese da loro difeso per secoli. Lui vide nei loro comportamenti sovversivi, delle analogie con la resistenza opposta dai nativi ai coloni. I samurai boicottarono ferrovie e diversi scambi commerciali all’interno del paese, venendo sempre di più repressi dall’esercito. Il sostegno americano fu fondamentale per addestrare i soldati a combattere quelli che fino ad allora erano i grandi uomini d'arme.

Nel primo scontro presente nel film, il protagonista, interpretato da Tom cruise, viene catturato dai samurai; in seguito della sconfitta nella foresta. Trasferito nel loro accampamento, dove inizia ad apprendere quella che è la loro arte; ciò che li ha resi così grandi nei secoli. Divenendo alla fine dell’anno di “prigionia” “samurai”, ma come Nathan Algren aveva imparato a combattere come gli uomini d’arme, l’esercito giapponese aveva appreso le tecniche militare occidentali.

La storia narra un susseguirsi di battaglie sanguinose, l’ambiente cinematografico ha deciso di ricordarne solo una: l’ultima; la Battaglia di Shiroyama. La più gloriosa fra tutte che sancì la nobile fine dei samurai. Come lo scontro si è svolto nei sui dettagli è meglio lasciarlo raccontare al film, delle parole mal scritte non gli renderebbero giustizia. Nathan Algren, reduce dalla battaglia, termina la pellicola onorando il sacrifico dei martiri caduti per far sì che il progresso e l’industrializzazione non estirpassero dalle radici quella che era stata la cultura dell’impero giapponese, rendendolo una potenza commerciale come le altre; allamercè degli Stati Uniti.

Gli storici ricordano questi eventi come la Ribellione di Satsuma, il mondo del cinema e i numerosi premi e oscar come “L’ultimo samurai”.

Antonio di Loreto