L'Abruzzo in giallo. Per Marsilio non cambia nulla, ma l'assessore Filipponi a Teramo già lo sapeva




Categoria: ABRUZZO
06/01/2022 alle ore 13:32



L’Abruzzo andrà in zona gialla, “ma non fa sostanzialmente nessuna differenza, non cambia assolutamente nulla”.

Lo ha detto, al termine della riunione dell’Unità di crisi regionale, che si è svolta a Pescara, il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, aggiungendo che, nel corso dell’incontro tra Governo e Regioni, è stato chiesto all’esecutivo di rivedere i parametri per la classificazione dei territori in aree di rischio colorate. “Al Governo – spiega Marsilio – abbiamo chiesto anche di rivedere la classificazione dei casi in ospedale perché abbiamo una percentuale importante di persone che non vanno nelle strutture sanitarie a causa del Covid: ci vanno per altro, fanno il tampone di controllo, scoprono di essere positive e vengono poi conteggiate per le soglie Covid”. “Questo – osserva il presidente – è improprio, perché quel sistema che avevamo individuato come Regioni serve a valutare quanto il Covid impatti sugli ospedali, cioè le persone che finiscono in ospedale per colpa del Covid, non quelle che vengono scoperte casualmente e che sono asintomatiche”.

Insomma nella sostanza non fa molta differenza. Sarà per questo che ben prima che si aprissero i lavori dell’unità di crisi regionale, l’assessore alle manifestazioni di Teramo ha confermato lo svolgimento della Fiera dell’Epifania per salvaguardare gli operatori, e perché, in punta di legge non è vietato. E così l’assessore Filipponi, in lungo post pubblicato quasi due ore prima degli esiti dell’unità di crisi ci spiega che la politica non si fa con la pancia, ma con "testa e cuore”.

Anche se in realtà il cuore c’entra ben poco, e forse a guidare la politica in questa fase dovrebbero essere i numeri dei posti letti in terapia intensiva. Ma tanto è. Queste le ragioni in punta di legge elencare da Filipponi: "Ho letto ed ascoltato diversi pareri sulla fiera dell'Epifania ed è evidente che alla base ci sia una scarsa conoscenza del quadro normativo attuale. Mi spiego.

Primo aspetto:

Innanzitutto qualcuno crede (evidentemente) che le fiere si possano fare solo in zona bianca.

Primo errore.

Le fiere si possono svolgere in zona bianca, in zona gialla e, addirittura, in zona arancione (vedi immagine post).

Chi lo ha deciso?

Il comitato tecnico scientifico e una comoda tabella disponibile sul sito del Governo (immagine post) ci semplifica la lettura.

Secondo aspetto:

Esistono altre attività che sarebbero da vietare prima di vietare una fiera?

Si, una miriade.

Sempre il comitato tecnico scientifico ha previsto tutta una serie di misure restrittive per tante altre attività (dalla cultura al commercio al chiuso) nel caso si passasse dalla zona bianca a quella gialla e dalla gialla a quella arancione.

Cosa significa?

Significa che prima di annullare una fiera, seguendo le indicazioni del comitato tecnico scientifico dovremmo annullare tutta una serie di attività evidentemente reputate (sempre dal comitato tecnico scientifico) più pericolose in tema di contagi.

Terzo aspetto:

"L'Aquila ha annullato la fiera Teramo no!"

Chi pronuncia questa frase o ignora le differenze tra la fiera dell'Aquila e quella di Teramo o è in malafede.

Per i primi cerco di spiegare le differenze.

Innanzitutto mi permetto di essere pienamente d'accordo con la scelta del Comune de L'Aquila perché è una fiera che può raggiungere i 600 espositori e in generale una delle più grandi del centro sud Italia con pullman organizzati per i visitatori ecc... Quindi una situazione effettivamente pericolosa per il momento attuale.

La fiera di Teramo è invece una fiera più piccola di un comune mercato del sabato, nel senso che ci sono meno espositori e si occupano anche meno spazi per gli espositori (rigorosamente senza mezzi per lasciare più spazio possibile).

Ora se decidessimo di annullare la fiera, per coerenza dovremmo vietare il mercato del sabato (concentrato tra le altre cose in meno ore rispetto alla fiera).

Cosa dire poi dei teatri in zona bianca al 100% di capienza, al chiuso?

Cosa dire delle aree commerciali al chiuso che hanno superfici minori rispetto agli spazi della fiera?

Dovremmo annullare/vietare tutto?

Riteniamo che sia doveroso e istituzionalmente equilibrato rispettare i decreti vigenti e le misure previste dal comitato tecnico scientifico.

In più abbiamo deciso di aggiungere alcune misure integrative come l'obbligo della mascherina ffp2, 8 uomini della protezione civile e 4 vigili urbani a prevenire eventuali assembramenti.

Ricordiamo inoltre che per partecipare alle fiere è necessario esibire il Green Pass qualora fosse chiesto dalle forze dell'ordine, come previsto dal Governo.

Di questo ho ragionato personalmente con la Prefettura questa mattina e per le vie brevi ho sentito anche la Asl.

La nota di questa mattina della Asl e la seguente comunicazione della Prefettura infatti (per una corretta informazione) non faceva menzione alcuna alle fiere e ai mercati ma bensì agli eventi all'aperto, che nel nostro Comune sono tutti già vietati come previsto dall'ultimo decreto (motivo per il quale non si farà la consueta Befana dei Vigili del Fuoco).

In chiusura un richiamo al buon senso di tutti.

La normativa vigente ha uno scopo molto importante: quello di evitare ulteriori lockdown e permettere a tante piccole attività di sopravvivere.

È molto importante quindi che il comportamento di ognuno sia rispettoso delle norme e del buon senso a tutela di tutti.

Sembra che tutti si siano dimenticati che i commercianti ambulanti hanno diritto, in zona bianca, in zona gialla e zona arancione, di continuare a svolgere il loro lavoro che, tra le altre cose, è all'aperto e non al chiuso.

Non immaginate quanto sia facile annullare una fiera a causa della situazione attuale.

Chiunque può amministrare in questo modo.

Ma abbiamo delle norme che ci aiutano a governare con equità decisionale ed evitando disparità di trattamento.

La politica non si fa con la "pancia" ma con la testa e con il cuore”.

Allora tutti in fiera, rigorosamente con mascherine ffp2.

 

Marianna De Troia