Teramo. Elezioni Provinciali: le candidature rivelano l'isolamento politico di D'Alberto




Categoria: ABRUZZO
29/11/2021 alle ore 13:51



L’ufficializzazione dei candidati e la composizione delle liste per il rinnovo del Consiglio provinciale ha reso plastico il nuovo assetto delle alleanze che si stanno delineando in Provincia di Teramo, ma sopratutto tra le righe consegna una sconfitta politica già evidente prim’ancora dell’esito dell’ira dalla quale usciranno i consiglieri eletti.

Da un lato ci sono i partiti tradizionali del centrodestra, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega che questa mattina hanno diffuso un comunicato a sostegno di Diego Di Bonaventura nella quale di evidenza con forza la coesione, la rivendicazione dell’apparenza ai partiti come porto sicuro, e una lista nella quale 4 candidati su sette sono già consiglieri uscenti, ovvero Beta Costantini, Domenico Pavone, Luca Frangioni e Gennarino Di Lorenzo.

Nel comunicato dei partiti di destra si evince però con forza anche il distinguo netto fa quelle forze definite “sbiadite e surrogati” del centrodestra. Chiaro il riferimento alla lista che fa riferimento al coordinatore di Azione Giulio Cesare Sottanelli e a Paolo Gatti che a sorpresa si sono presentati uniti proponendo una lista insieme con dei candidati che fanno riferimento a entrambi. Si pensi a titolo di esempio a Enio Pavone che siede in maggioranza a Roseto con l’amministrazione appoggiata da Sottanelli o a Luca Corona che è espressione di Paolo Gatti.

Certo è curioso che Sottanelli, nel condurre una campagna elettorale finalizzata a rompere l’asse Gatti Ginoble, adesso sia egli stesso a trattare con Paolo Gatti. E’ probabile che nell’ottica della governance della partecipate come la Ruzzo Reti e il Bim che Gatti vuole salvaguardare, avrà convenuto che sia meglio probabilmente governare gli enti in tandem con Gatti con una rappresentanza in Consiglio d’amministrazione negli stessi, piuttosto che fare una guerra d’opposizione fragile in termini di forza numerica visto che i sindaci finora hanno promosso la governance.

Chi ne esce con le ossa rotte invece è Gianguido D’Alberto. Anche il sindaco di Teramo ha brindato per la vittoria di Roseto schierandosi con Sottanelli a favore di Nugnes per sconfiggere Tommaso Ginoble. Certo l’obiettivo di sconfiggere Ginoble è stato ottenuto, ma politicamente è l’ennesimo autogol di un centrosinistra spacchettato in mille anime che alla prova dei fatti e delle alleanze resta col cerino in mano. Non sfugge infatti che il Pd è diviso tra la componente di Giovanni Legnini e quella di Lucano D’Alfonso, ha cannibalizzato Tommaso Ginoble che era ritenuto un nemico interno, ma adesso non sa Con chi dialogare visto che la componente moderata di Sottanelli gli è stata scippata sotto il naso da Gatti.

Un affanno evidente anche nell’ufficializzazione delle lista di centro sinistra arrivata sul suono del gong dell’ultimo termine utile e dove peraltro come capolista non figura nemmeno un consigliere di Teramo, ma quel Mauro Scarpantonio che è di chiaro riferimento a Dino Pepe. Il 18 dicembre, all’esito del voto, i rapporti di forza saranno pi chiari, ma se c’è qualcuno che ha perso sicuro, quello è il sindaco di Teramo che si fregia essere presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, ma che sul territorio non ha più molti interlocutori necessari per chi vuole ambire a posizioni di crescita in ambito regionale.

 

Marianna De Troia