La Supercazzola del Supervirus e della terza dose necessaria



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
03/08/2021 alle ore 12:02



Necessita una terza dose. Assolutamente. E poi, ancor più probabilmente, una quarta. Il tam-tam audio video penetra dritto i neuroni residui e ci conferma nella certezza che ciò che stiamo subendo è una modernissima forma di ergastolo, proprio quello col classico “fine pena mai”, comminato senza processo e senza capi d’accusa.

La verità è che solo ad una popolazione spossata, inebetita e oramai incapace di riflettere e capire si può raccontare la supercazzola del supervirus e delle dosi di vaccino che non bastano mai.

Ma tant’è. Batte la lingua sul tamburo la ulteriore dose è in conto. Perché -e te lo dicono pure, dopo aver giurato tutto l’opposto!- le dosi precedenti, singole o doppie che siano state, coprono, ma non del tutto e non contro questa variante. Preservano, ma non completamente, dai rischi. Come se mai qualcosa o qualcuno avesse potuto o saputo preservare totalmente gli umani dal rischio di morire.

Superate di slancio AlphaBeta e Gamma, è quindi lei e lei soltanto, la dannatissima Delta quella che ci opprime e fa paura. Con l’aggravante, non ancora ben raccontata, di non essere l’ultima, la definitiva perché, a occhio e croce, disponibili nell’alfabeto greco ce ne stanno sicuramente altre 20

La terza dose del miracoloso intruglio autorizzato solo in via “sperimentale” e propagandato che manco l’aspirina, è strillata ovunque anche se, sia ricordato sommessamente, come a volte capita con quel burlone di San Gennaro, il prodigio non s’avvera. Ma guai a dissentire, a dubitare, a disquisire.

Bisogna stare ad ascoltarli sempre e comunque i sacerdoti di questa “scienza” che non risolve ma posticipa, bisogna farlo per “tornare a vivere” come ci raccontano da un anno e mezzo nel mentre che lo smart working diviene il solo modo di lavoro possibile nella pubblica amministrazione e la DAD è la modalità che consente di bloccare definitivamente l’ascensore sociale rendendo i nostri giovani sempre più ignoranti e contenti. 

E meno male quindi, che in questo nostro fortunato spicchio di mondo esistono benefattori del calibro di Pfizer e Moderna. Meno male che, con l’altruismo filantropico tipico delle multinazionali, entrambi abbiano accettato di moltiplicare la produzione per poterci fornire questa quantità che ora appunto diviene necessita.

Che abbiano pure triplicato i prezzi è un dettaglio da non considerarsi soprattutto adesso che il Greenpass, il nuovo Dio delle libertà, ci impone di accelerare questa pratica sanitaria.

Così appare pleonastico disquisire su quale risultanza scientifica consenta di concedere il foglio verde a chi è vaccinato per stare al chiuso, pur spiegandogli che il virus lo può contrarre e diffondere comunque, mentre è negato a chi vaccinato non è. E neppure obiettare l’ovvio: ovvero che se i vaccini sperimentali amRNA fanno cilecca, invece di una terza dose meglio sarebbe cambiarlo il vaccino.

Niente. Nessuno può mettere in dubbio la vulgata così ottimamente sparata. Seppur si sappia che la scienza non ha certezze e che va avanti per tentativi. Le batterie sono in posizione, pronte a sparare con la fine del solleone: la terza dose deve farsi e si farà. Senza il fastidioso disturbo delle domande. Che se sono sconvenienti o contraddicono, la supercazzola non funziona più.