Dall’altare alla polvere è un attimo. E così il tentativo di criminalizzare Leonardo Bonuccie Giorgio Chiellini che, col carattere dei campioni, hanno insistito e infine ottenuto la gioiosa sfilata di Nazionale e Coppa Europa su un pullman scoperto per le vie di Roma, può davvero considerarsi paradigmatico della realtà che stiamo vivendo. Fatti e atteggiamenti che riportano alla mente (se a qualcuno venisse voglia di rileggere) quella Storia della Colonna Infame del Manzoni e che testimonia di come questa terra non sia mai veramente cambiata e non abbia mai davvero imparato dai suoi errori.
Dall’altare alla polvere è un attimo. Giusto il tempo di togliersi la mascherina ed esultare con quel Mario Draghi giustamente raggiante che, con un gesto di assoluta naturalezza, si tira via il bavaglio e sorride felice in mezzo ai due “centrali” della squadra di Roberto Mancini che gli hanno regalato, ci hanno regalato!, l’emozione più grande degli ultimi anni. Giusto il tempo di chiedere, insistere sul perché mai di quel diniego e quindi reiterare la richiesta, perché una così grande gioia non restasse compressa dentro le stanze delle Istituzioni, ma potesse essere regalata ad un intero popolo in trepidante attesa del trofeo e dei suoi campioni.
Dall’altare alla polvere è un attimo. E così, nel volgere di qualche ora, Bonucci e Chiellini passano dal trionfo sul prato di Wembley all’accusa neppure velata di essere due “untori”. Non certo nella mente e negli occhi dei milioni di italiani che li hanno apprezzati e incitati, ma per sguaiata decisione della solita compagnia di giro di tuttologi, virologi, prefiche e piagnoni che recita a soggetto da tv e giornali. Il mantra, ovviamente, è sempre il solito e non risparmia nessuno. Figurarsi dei calciatori, seppur vincitori. Sei buono, bravo e giudizioso finché stai dentro alle loro regole, per quanto illogiche e insensate; se ti smarchi, se contrasti o dribbli non puoi che risultare cattivo, ottuso e ignorante.
Dall’altare alla polvere è un attimo. Perché le dosi di paura -al contrario dell’Europeo di calcio che è finito- continuano ad essere iniettate quotidianamente e a fare enormi danni. Anzitutto psicologici. Una paura indotta, così ben instillata nelle menti, che, per dire, spinge irrazionalmente alcuni (tanti?) ad uscire ancora bardati seppur vaccinati. E anche perché una delle tante stranezze di questo virus (che è cinese ma non si può dire!) è che sembra agire con una singolare selettività. Come se sapesse perfettamente dove andare e chi colpire. Evita accuratamente manifestazioni affollate come il Gay Pride o anche quelle contro il razzismo e pro Blm: in casi come questi, nonostante la folla, pare non esserci mai stato il benché minimo pericolo di contagi né ci sono mai state allerte di prefetti o ordinanze della signora Ministro dell'Interno. Niente di niente.
Ma, ecco, quando questo subdolo morbo vede tricolori per strada, nota gente festante e infine anche un pullman scoperto con i Campioni d’Europa che urlano e si dimenano, guidati dal cattivissimo Bonucci, è più che sicuro che si intrufolerà e colpirà indiscriminatamente. Non si scappa. Né dal virus né dalla stupidità di certi imbecilli in servizio permanente.