Ora o mai più: firmare i Referendum Giustizia è un dovere civico!



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
06/07/2021 alle ore 15:46



E firmiamoli questi referendum sulla Giustizia! Firmiamoli perché è giusto e doveroso. Perché bisogna stoppare una china pericolosa. Il pesce puzza sempre dalla testa. E nel caso della magistratura italiana, emana un tanfo nauseabondo. Lo avvertiamo tutti. Lo sappiamo tutti. Così come s'è bello che capito che non si possa riformare dall’interno. Non serve altro. I dubbi ce li hanno chiariti le carte del Pm Palamara e poi quelle dell'avvocato Amara, sino ai prossimi che presto verranno alla luce. Perciò serve una firma. La nostra.

Serve una scossa capace di porre uno stop chiaro e definito ad uno strapotere fuori dal mondo e da ogni logica. Serve una firma sui referendum promossi da Radicali e Lega per provare a rigenerare una situazione degenerata per colpevole volontà degli stessi magistrati che hanno pensato, ad un certo punto, di essere non tanto e non solo la Legge ma addirittura al di sopra di essa. E anche per dare un segnale alla classe politica tutta intera, dimostratasi incapace di produrre una seria riforma nonché succube di una situazione insostenibile che, a seconda dei momenti, subisce o prova a sfruttare.

Frazionata in correnti politiche diventate dispenser di potere, carriere, favori, accordi e pastette varie com'è clamorosamente emerso, la magistratura italiana non gode più del sostegno popolare né ha più quell'aura salvifica che ne accompagnò l'ascesa negli anni ruggenti di Tangentopoli. Ecco perché questa volta, per la prima volta, i referendum proposti possono davvero contribuire a ripulire un ambiente che da tanto, troppo tempo si ritiene intoccabile.

Una Casta chiusa e autoreferenziale, altro che quella politica!, cui tutto è consentito senza che mai nessuno dei suoi componenti debba renderne conto. Un ordine di intoccabili che hanno potere di vita e di morte sul cittadino, che può scegliere chi, se e quando indagare e che non paga né mai ha pagato in alcun modo per gli enormi, inconcepibili errori giudiziari commessi, per le lacrime e il sangue versato da centinaia di innocenti e dalle loro famiglie.

Era il 1987 quando Marco Pannella propose i primi referendum per ottenere la responsabilità civile dei magistrati e cassare il sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura. Una vittoria a valanga dei Si che la politica mutò, tafazzianamente, in un nulla di fatto evitando di attuarne le determinazioni e pagandone il fio poco tempo dopo.

Da allora tante inchieste sono passate, tante ingiustizie si sono accumulate, tanto fango si è sparso anche grazie alla compiacenza non meno criminale di certo giornalismo d'accatto che si spacciava e si spaccia tutt'ora come d'inchiesta. Un filo di irresponsabilità che tiene insieme il reciproco interesse del rampante PM voglioso di emergere e affermarsi con quello del presunto giornalista, in realtà meschino passacarte in carriera.

Ora basta. Questa realtà non è più sopportabile. Ora c'è la possibilità davvero di invertire la marcia. Se il politico non si cura della questione, se anzi ne gode quando viene indagato un avversario, ma è pronto a insorgere e denunciare quando la gogna lo colpisce, è chiaro che non può avere la capacità di riformare nel profondo la magistratura, è chiaro che necessita di sentire la spinta popolare. Altrimenti il concreto rischio è che, piazzata di nuovo la melma sotto al tappeto, tutto resti così com'è. Col magistrato di turno che continuerà a ritenersi legibus solutus e con tutti i disastri professionali e umani che ne seguiranno.

Ecco perché il referendum serve a noi tutti. Per ritrovare fiducia e per dare la spinta necessaria al legislatore. E bisogna firmarli tutti, senza distinguo da pierini che ululano alla luna.