Vaticano chiede Stop ddl Zan: violerebbe il "Concordato". Draghi: l'Italia è Stato laico


Ma vediamo cos'è il Concordato del 1984 tra Stato e Chiesa e perché il Vaticano lo impugna contro il DDL Zan


di Redazione
Categoria: ITALIA
23/06/2021 alle ore 19:21



Il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto nell'Aula del Senato in vista del prossimo Consiglio Europeo di Bruxelles, ha risposto anche alle sollecitazioni ricevute dal Vaticano, che lo scorso 17 giugno ha consegnato una nota all'Ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, per chiedere ufficialmente di bloccare il ddl Zan contro l'omotransfobia.

Il disegno di legge, secondo la Santa Sede, violerebbe il Concordato, firmato nel 1984 da Chiesa e Stato per aggiornare i Patti Lateranensi del 1929, e metterebbe a rischio anche la "libertà di pensiero" dei cattolici.

"A proposito della discriminazione - ha dichiarato Draghi - senza voler entrare nel merito della questione, il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale, quindi il Parlamento è libero di discutere, di legiferare. Ma il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie affinché le leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con La Chiesa. È il Parlamento che discute della costituzionalità di una legge. Voglio infine precisare una cosa, che si ritrova in una sentenza della Corte Costituzionale del 1989: ‘la laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, la laicità è tutela del pluralismo e delle diversità culturali'. Ieri l'Italia ha anche sottoscritto un documento con altri 16 paesi europei per esprimere preoccupazione su una legge in Ungheria che discrimina in base all'orientamento sessuale. Queste sono le dichiarazioni che oggi mi sento di fare, senza entrare ovviamente nel merito della discussione parlamentare. Come vedete il governo la sta seguendo ma questo è il momento del Parlamento non è il momento del governo".

Ma vediamo cos’è il Concordato del 1984 tra Stato e Chiesa e perché il Vaticano lo impugna contro il DDL Zan

Il Concordato è stato firmato il 18 febbraio 1984 dall'allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal Segretario dello stato Vaticano Augusto Casaroli. L'accordo fu preso in considerazione dopo il cambiamento del quadro sociale e politico italiano, a 40 anni dal dopoguerra, che aveva sancito la nascita della nuova Repubblica, che aveva accettato il mantenimento dei Patti Lateranensi, firmati nel 1929 da Benito Mussolini e dal cardinale Pietro Gasparri. Il Concordato, che venne poi ratificato dal Parlamento a larga maggioranza, con l'assenza del partito socialista e delle forze laiche, comprendeva 14 articoli più un protocollo addizionale in 7 punti. Stabilì nuove regole sulla laicità dello stato italiano, mettendo da parte il cattolicesimo come religione di stato, ma non solo. A differenza dei Patti Lateranensi, il Concordato garantiva entrate economiche al clero tramite l'otto per mille e toglieva la possibilità al governo italiano di poter approvare la nomina di vescovi. Furono riconosciute anche nuove libertà alla Chiesa, come quella di organizzare e di esercizio del magistero, come la diffusione e l'insegnamento della religione cattolica. Sull'ultima nota, venne reso facoltativo e non più obbligatorio l'insegnamento della religione negli edifici scolastici pubblici e privati.

Nelle scorse ore si è anche pensato alla possibilità di creare una commissione paritetica che discuta della legge. L'articolo 14 del Concordato, infatti, prevede anche che in casi di difficoltà di interpretazioni le due parti possano creare una commissione paritetica per trovare una "soluzione amichevole". Il testo, infatti, recita: "Se in avvenire sorgessero difficoltà di interpretazione o di applicazione delle disposizioni precedenti, la Santa Sede e la Repubblica italiana affideranno la ricerca di un'amichevole soluzione ad una Commissione paritetica da loro nominata".

La nota verbale, con cui lo scorso 17 giugno, il monsignor Paul Richard Gallagher accendeva i riflettori su quanto il DDL Zan riducesse la libertà garantita alla chiesa cattolica dall'articolo 2, commi 1 e 3 dell'accordo di revisione del Concordato del 1984, ma non solo. Per il Vaticano, il disegno di legge prevaricherebbe anche l'articolo 1 che recita l'assoluta indipendenza e sovranità dello Stato e della chiesa cattolica, e l'articolo 14, che affiderebbe a una commissione paritetica nominata da loro su difficoltà interpretative e di applicazione delle disposizioni del Concordato. Nell'articolo 2, il comma 1 si riferisce alla Chiesa che viene rassicurata sulla "libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale", mentre il comma 2 garantisce "ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". Secondo il Vaticano, il disegno di legge metterebbe in discussione la libertà di organizzazione, come sottolinea l'articolo 7 che non esenterebbe le scuole private dalle attività in occasione della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. La risposta di chi difende il DDL Zan è che la giornata mondiale contro l'omotransfobia non è obbligatoria, anche perché le iniziative si svolgerebbero nel rispetto dell'autonomia scolastica, presente anche nell'ordinamento delle scuole private. Il Vaticano ha affermato, inoltre, che il DDL Zan attenterebbe alla libertà di pensiero e di culto cattolico: il disegno di legge prevede la punizione per l'istigazione e il compimento di atti discriminatori, sottraendosi al reato ideologico.