Peggio della peggiore politica: è ora di stoppare la "Giostra delle Vanità" dei virologi



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
11/06/2021 alle ore 19:54



Forse bisognerebbe stoppare i signori virologi. Soprattutto dopo le ultime, infelici sortite di alcuni di essi, è il caso di farli scendere, tutti assieme, dalla "Giostra delle vanità" in cui da più di un anno s'assembrano felici e farli rientrare nei ranghi dei rispettivi incarichi. 

La drammatica scomparsa della diciottenne ligure che con tutto l'entusiasmo dell'età aveva aderito alla vaccinazione volontaria segna un punto di non ritorno. Ne va del successo della stessa campagna vaccinale. Nel senso che la parola deve passare esclusivamente a chi ha responsabilità dirette. Silenziando qualsiasi protagonismo, anche involontario. Nel mentre del massimo sforzo, tutto può nuocere e perciò non può più accadere, non deve, che si veicolino informazioni purtroppo smentite dal divenire di ipotesi opposte e infauste. Come quelle contenute in queste due frasi (occhio alle date): 

"Il vaccino AstraZeneca? Tra i più sicuri al mondo…alle donne giovani lo consiglierei senza alcun dubbio”. (7/4/2021);

"AstraZeneca ai 18enni, com'è stato possibile prendere questa decisione?''. (10/6/2021). 

Le due affermazioni -in oggettiva, clamorosa, antitesi a soli due mesi di distanza- sono del prof. Crisanti. Ovvero di uno tra i più noti "opinionisti" nostrani sulla pandemia da Covid-19. Colui, giusto per dire, che recentemente s'è distinto per aver invocato la "geolocalizzazione di chi entra nei luoghi pubblici". Ecco, non va affatto bene che il succitato non abbia detto alcunché su quanto da lui stesso affermato due mesi addietro. Ancora peggio che nessuno gliene abbia chiesto conto. 

Tutti possiamo sbagliare. E soprattutto gli scienziati sanno bene che la conoscenza scientifica procede per errori. Quel che risulta insopportabile è questa sorta di sindrome di Pierino, quel voler apparire il più bravo, il migliore, il primo di tutti, evitando però di ammettere, quando quel che si è spiegato si mostra fallace, di aver fatto previsioni errate. Una cosa che per chi si nutre di "scienza e coscienza" non dovrebbe mai capitare. Altrimenti il rischio concreto è di essere omologati al peggio della peggiore politica, quella che evita accuratamente di chiedere scusa. 

Ne abbiamo viste e sentite di ogni in questo disgraziato periodo. Dalle teorie più funeste alle previsioni più catastrofiche è stato come un continuo inseguimento a tappe, giocato quasi esclusivamente all'interno di una categoria colpita da "improvvisa notorietà".   

Ce li siamo sorbiti in tutte le salse, tvradiosocial e, ovunque, ad ogni ora del giorno o della notte. Con le loro granitiche certezze, i loro puntuali consigli e i loro giustificatissimi allarmi. Persone del tutto sconosciute allo stesso condominio di residenza diventate, improvvisamente, arcinote e richiestissime dal caravanserraglio di una informazione che non sa più né investigare né domandare. 

Sul virus e sulle sue origini, su rimedi, sulle cure, sui tracciamenti e sui distanziamenti e quant'altro di necessario e urgente. Senza contraddittorio, nella beota indifferenza e acquiescenza di una popolazione terrorizzata e di un sistema politico ben contento di tenerli in prima fila evitando così il più possibile di metterci la faccia. Alcuni hanno cambiato opinione come una mamma cambia i pannolini, mai ammettendo di sbagliare. E in nome e per conto delle "evidenze scientifiche" ci hanno fatto spesso bere una sbobba che con la scienza ha poco o nulla a che fare. Ecco, ora basta. È tempo di ringraziare i prudenti (pochi) e di silenziare gli incauti (tanti). È l'ora dell'assunzione delle responsabilità. Della ripresa. Non delle chiacchiere.