Compresso tra Sardine e Bimbiminkia il declino del Pd sembra inarrestabile



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
08/06/2021 alle ore 16:11



Niente da fare. Enrico Letta non riesce ad imbroccarne una. Al netto di qualche  "giapponese" ancora asserragliato in sezioni desolatamente vuote e di una classe dirigente tanto plaudente quanto inadeguata, il segretario piddino non ce la fa ad entrare in sintonia neppure con quello che fu il corpaccione della sinistra italiana. Non è questione di sondaggi settimanali. È il trend che è negativo. E che, in questa che speriamo essere la stagione finale della pandemia, insieme al virus sta facendo evaporare l'interesse verso il Pd.

Una involuzione costante, un declino che pare inarrestabile, anche in forza delle bislacche posizioni pseudopolitiche che al Largo del Nazzareno assumono e rilanciano. Che sinistra è mai quella che flirta con le squinternate, inconsistenti e ignoranti Sardine e snobba i problemi della fabbrica? Che occhieggia alle mode Lgbt e se ne impipa dei non garantiti? Che alle centinaia di migliaia di persone in ambasce per il posto di lavoro e per il futuro delle famiglie risponde con “Ius soli” e “bella ciao”? Che Sinistra è mai quella che cerca il consenso giovanile non veicolando l’etica del dovere, ma proponendo un bell’assegno di diecimila euro ai diciottenni per mutarli tutti in perfetti bimbiminkia?

Come l'ingurgitare aria non può mai saziare dalla fame, così gli slogan (per quanto approvati dal trust di cervelli del pdnetwork) non possono sostituire le idee, neppure come succedanei. È così che questa Sinistra relegata oramai nelle enclavi metropolitane più ricche e annoiate, incollata al potere per il potere, manifesta tutta l’incapacità di capire e di farsi interprete delle esigenze reali. 

Il j'accuse col quale lo stesso Zingaretti ha dato l'addio alla segreteria, invece di dibattito e confronto ha prodotto null’altro che l’affannosa ricerca di un sostituto purchessia. Con la risibile, unanime invocazione al ritorno di colui era stato letteralmente messo alla porta -dai medesimi e senza tanti complimenti- qualche anno prima. 

Il guaio, per il Pd, è che Letta ha cominciato col piede sbagliato e non si è più fermato. Forse per malcelata volontà di rivalsa, forse per una acquisita presunzione parigina o anche per il solo desiderio di stupire, il neo segretario ha provato lo spariglio. Manifestando un'ansia da prestazione senza ragionamento e senza approfondimento che l'hanno portato a mettere e a rimettere sul tavolo proposte e argomenti talmente divisivi da rendere persino ovvio l'insuccesso comunicativo. Anzitutto nel suo campo

Probabile si sia illuso che bastasse indossare i panni dell'anti Salvini e brandire un cacciavite per rimettere in sesto il catorcio politico che gli hanno accollato. Sicuramente non ha valutato le conseguenze, sempre negative, di tutto, ma proprio tutto quello che ha proposto. Compreso il rinculo di quelle che sono apparse come operazioni di puro sciacallaggio mediatico (leggi il suicidio del giovane Seid Visin!). 

Se dalla difesa delle istanze degli ultimi si passa al compiacimento dei salotti,sacrificando la verità sull’altare dell’ottusità del politicamente corretto e abbandonando al proprio destino quelli che pure sono stati i ceti di riferimento, il risultato non può essere che questo. Negativo e certificato.