"Giornata contro l'Omobitransfobia": facciamo chiarezza sul ddl Zan



di Elisa Leuzzo
Categoria: ITALIA
17/05/2021 alle ore 23:19



Il 17 maggio 1990 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l’omosessualità dai disturbi mentali certificando che non si tratta di un disturbo mentale, da allora in poi, l'Europa e l'Onu hanno stabilito questa giornata come la giornata della conoscenza del mondo lgbt (l'omo, lesbo, bi, transfobia).

Il ddl Zan prevede il riconoscimento della giornata che 'festeggia' la varietà della natura umana.

La propaganda di idee non è punita dal ddl Zan: ciascuno può mantenere le proprie opinioni e continuare a dire ciò che pensa a meno che non istighi fattivamente all'odio.

Il ddl Zan prevede un'estensione di un reato che già esiste nel 604 bis del nostro ordinamento (crimini di odio e di istigazione all'odio per motivi etnici, religiosi e razziali), anche per identità di genere, sesso, orientamento sessuale e abilismo (difesa delle persone disabili).

È chiaro che le aggressioni fisiche sono punite, ma è altrettanto chiaro che se una persona omosessuale viene picchiata in quanto omosessuale non è un futile motivo ma odio verso un'intera comunità. Pertanto, così com’è prevista l'aggravante e il reato di razzismo altrettanto sarà fatto per quanto riguarda l'orientamento sessuale e l’identità di genere perché' quella persona non sarebbe picchiata se non fosse gay, lesbica o transgender.

Non ci sarà nessuna "teoria gender". Esiste l'autonomia scolastica: nessuno, nemmeno il Ministero può imporre dei programmi alle scuole. Nella legge Zan si dice esplicitamente che le scuole possono attivare percorsi di educazione al rispetto se concordati con i genitori nel piano dell'offerta formativa e nel patto educativo a inizio anno.

È bene ricordare, al mondo femminista, che non esistono soltanto le transgender donna. L’identità di genere non è nata nella legge Zan ma è ampiamente attestata nel nostro ordinamento fin dal 1975, non viene codificata oggi per la prima volta, la troviamo nell’ordinamento penitenziario, in due sentenze della Corte Costituzionale e in un decreto legge del 2007.

La legge non è "divisiva e ideologica": secondo questa visione la democrazia è divisiva, perché cosi funziona la democrazia, ci si confronta, si dialoga, ognuno esprime le proprie idee e alla fine si vota, chi ha più voti vince, ha sempre funzionato cosi.