Bella storia?


Cosa significa l'attacco di Fedez a Lega e Draghi in difesa dei diritti civili e dei lavoratori dello spettacolo


di Michele Raiola
Categoria: Editoriale
02/05/2021 alle ore 18:34




Tutti fulminati da un lampo che nessuno si sarebbe mai aspettato. Fedez sul palco del Primo Maggio sfoggia un testo che sicuramente non lascia indifferenti. "Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno"; "I gay? Iniziassero a comportarsi come tutte le persone normali"; "I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie": tutte frasi pubblicamente esplicitate da esponenti politici della Lega.

Un'esplosione! Da qui iniziano a piovere i lapilli di un'eruzione che in poco tempo fa il giro di tutta Italia. Si parte da coloro che, in tantissimi, sostengono questa presa di posizione - senza dubbio molto coraggiosa - passando a chi, vuole difendere il partito incriminato in un modo un po' strano però. Strano perché la stessa Lega rilascia una dichiarazione già prima del concerto: "Se Fedez userà a fini personali il concerto del Primo Maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la RAI dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l'intero costo dell'evento." In sostanza si vuole addossare tutta la "colpa" - diciamoci la verità, inspiegabilmente - ai sindacati.

"Son curioso di sapere se stasera al concertone del Primo Maggio, organizzato da CGIL CISL e UIL, che costa tra l'altro circa mezzo milione di euro ai cittadini italiani tramite la RAI, ci sarà qualche artista de sinistra che farà il solito comizio de sinistra, mancando di rispetto a chi paga il canone, alle lavoratrici e ai lavoratori che non hanno colore politico."
Questo, invece, il commento pre-concerto del leader della Lega, Matteo Salvini. Infine qualcuno, come riportato dallo stesso Fedez sulle sue storie di Instagram, avrebbe tacciato il cantante di opportunismo e poca credibilità: il primo per via del testo di una sua canzone passata, la quale però è intitolata "Tutto il contrario", proprio perché viene detto tutto l'opposto di ciò che l'autore pensa; la seconda per via della Lamborghini che Fedez possiede, tanto da portare il cantante a chiedere ironicamente ai suoi follower se possa dire quello che pensa nel caso in cui si comprasse una Panda.

Questo è ciò che è successo, ma di sicuro ora succederà tanto, tanto altro. Già si parte con Salvini che, in modo totalmente inaspettato, chiede un caffè a Fedez.

Un altro atto segnante è stato anche il bacchettamento nei confronti dell'attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi:"Caro Mario, capisco che il calcio è il vero fondamento di questo paese, ma non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del calcio e dello spettacolo si equivalgono. Non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore decimato dall'emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni '40. Caro Mario, come si è esposto riguardo alla Superlega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo."

Un'ulteriore esplosione così apprezzata e acclamata, che ci fa chiedere se effettivamente, essendo Fedez un "artista de sinistra" - come lo definisce il leader del Carroccio - ci sia una falla in tutto ciò che pubblicamente viene dichiarato come "sinistra" o "centro-sinistra". Una compagine che non sembra essersi poi così tanto spesa per i diritti civili, al netto del ddl Zan, il quale però è uscito alla ribalta proprio grazie allo stesso Fedez. Una fazione che attualmente è composta principalmente da PD, MoVimento 5 Stelle, Articolo 1, realtà che non sembrano pensare concretamente ai valori fondanti della nostra nazione, tra cui quello che dà inizio alla nostra Costituzione: il lavoro.
Già, basti pensare al memorandum Letta, che i piu curiosi sicuramente avranno spulciato: 21 articoli che sanno un po' di poco e che, soprattutto, non toccano minimamente il tasto del lavoro se non in un trafiletto che chiede un modo per far fare pace a dipendenti, dirigenti e azionari delle aziende. Il già Presidente del Consiglio Conte aveva avuto un po' un occhio di riguardo nei confronti del lavoro tutto, di quello precario, quello dei privati e soprattutto della dignità che ne deriva. Forse un po' ha dimostrato questo interesse anche lo stesso Bersani per Articolo 1, anche se leggermente troppo nelle TV e un po' poco nella concretezza della realtà extra-mediatica.
Forse Fedez non ha fatto altro che tirare fuori quelli che sono i veri deficit di una politica che chiacchiera troppo, dialoga poco e fa ancora meno.

Ora partirà la rivoluzione? Questo non possiamo saperlo, ma teniamoci pronti a dover lottare per i nostri diritti e, soprattutto, per quelli degli altri.