Magistratura Amara. Ma se Draghi se ne occupa è un bene per tutti



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
01/05/2021 alle ore 12:38



Ebbene si: è la magistratura. Più d’ogni altro, più della crisi economica e ancor più della pandemia e delle nuove paure che ha ingenerato, è proprio la magistratura il problema del Belpaese. Tant’è che se anche di questo Mario Draghi volesse e potesse occuparsi sarebbe cosa buona e giusta.

Inutile raccontarci ancora frottole, risibile minimizzare o ingrossare le fila dei sempre presenti “benaltristi”: a fronte di lenti, ma evidenti segni di ripresa anche dei settori più colpiti e penalizzati, è nell’immagine di sfacelo in cui si dibatte il mondo della giustizia che l’Italia si specchia. 

E guardandosi si scopre immonda, disgustosa e orribile. Com’è stato per il caso “Palamara” con tanto di autodenuncia e chiamata di correo e com’è adesso con l’esplodere di questo caso “Amara”, dal nome dell’avvocato che ha riempito verbali su verbali di dichiarazioni scottanti su togati e dintorni. 

L’ennesima, ma certamente non ultima palata di melma su un sistema oramai allo sbando, è perciò la scoperta di documenti secretati di interrogatori di quest’ avvocato che vengono tirati fuori da un cassetto non per avviare un procedimento penale, ma per essere inviati “riservatamente” ad altri magistrati e quasi contemporaneamente ad alcuni giornali, ovviamente quelli sempre meglio informati sulle attività delle procure.

Fatti che tuttavia vengono a galla non per la solerzia dei giornalisti, che in questo caso ben se ne guardano e addirittura restituiscono il malloppone (con tanti saluti alla deontologia professionale!!!), ma per le infinite contrapposizioni di potere tra le correnti delle toghe.

Della guerra per bande, delle corruzioni, delle pastette, dei favori, delle cordate, delle promozioni e, insomma, di tutte le indecenze emerse nonché del nauseabondo tanfo che avvolge la magistratura italiana, ormai sappiamo quasi tutto e il resto l’immaginiamo. 

Quel che non è immaginabile è che ancora una volta si cincischi, si eviti di agire per ripulire e far tornare a funzionare correttamente questo che è uno dei gangli fondamentali del buon funzionamento dello Stato. 

Il sistema giudiziario italiano dev’essere rapidamente e radicalmente riformato. Ma siccome alla fine le responsabilità si annacquano e le connivenze si diradano allora è obbligatoria -non necessaria ma proprio obbligatoria!- l’istituzione di una commissione d’inchiesta che individui e sanzioni l’enormita’ degli abusi e promuova finalmente una riforma radicale e non più rinviabile della Giustizia. E se magari se la volesse intestare Draghi, che con la politica e i partiti ha pochissimo da spartire, sarebbe meglio per tutti.