Draghi ha fiducia. E basta questo a tacitare dubbi e critiche semmai ci fossero state. Dentro i Palazzi romani, l’applauso è corale. Fuori, lontano, in quella plumbea Bruxelles che non si è mai fidata degli italiani, adesso, sul finire dell’era Merkel, si comincia a chinare la testa davanti alla determinazione di quest’uomo che potrebbe diventarne il successore.
Certo, i ciarlatani stanno sempre sul pezzo. E così quando SuperMario ha denunciato le “miopi visioni” anteposte al bene comune i tanti servitori di più padroni, già genuflessi, hanno subito indicato in Matteo Salvini il destinatario del riferimento. Fingendo di non capire che questa sorta di Avatar prestato alla politica, chiamato a governare una Nazione scassata e delusa stava invece semplicemente invitando tutti lorsignori a guardarsi allo specchio.
A cominciare proprio da una informazione che spesso deforma e quasi mai informa ingessata dal politicamente corretto e dal preconcetto, sino a quel “Giuseppi” testé
riemerso e subito pronto a sillabare e incespicare sulla verità dei fatti (e dei miliardi buttati!) senza mai spiegare il perché di un anno e mezzo speso tutto in chiacchiere social.
Senza poi dimenticare i mentori vecchi e nuovi del “fortissimo punto di riferimento della sinistra”, con Enrico Letta ultimo in ordine di apparizione. Gente talmente propensa e votata al bene comune che pur di partecipare e spartirsi il potere senza mai vincere le elezioni i patti li fa e li farebbe non solo col truce leghista, ma pure col diavolo.
Cui per di più si sovrappone perfettamente il controcanto della nota “opposizione” demoscopica della signora Meloni,
capacissima di cavalcare qualunque malcontento, ma purtroppo incapace di proporre alcunché di concreto e di assumersi una qualche responsabilità.
Inutile illudersi: è una bella combriccola di inconcludenti quella che disegna l’emiciclo parlamentare, in larghissima parte composto da frustrati e disperati e che infatti, mostra di non provare alcuna vergogna, alcun rossore quando Draghi si dice certo che stavolta onestà e intelligenza prevarranno su incapacità e corruzione. Come dire: scordatevi di metterci mano e lucrare!
Ne discende che non sapendo più cosa fare e cosa dire e non capendo cosa gli riservi il futuro, una intera classe “digerente” (avete letto bene!) applaude e sorride compiaciuta alle sferzate di questo ex banchiere in odore di santità e in procinto di diventare Statista. Solo perché spera di svangarla legandosi al suo carro.
Diciamoci la verità: al contrario di questa classe politica, il Piano presentato alla Commissione Ue non ha alternative. È un prendere o lasciare. Deve far ripartire l’Italia. Un obbligo, non una possibilità. Dopo c’è il baratro. Draghi lo sa. Poi si vedrà.