Dall'ITS Agroalimentare di Teramo prodotti ad origine certificata come slancio per il marchio R.t.A.



di Redazione
Categoria: ABRUZZO
27/04/2021 alle ore 11:32



La crescita attrattiva del territorio cresce in maniera esponenziale. Diamo uno sguardo alla valorizzazione enogastronomica Abruzzese, con il Tecnico per l'internazionalizzazione del Made in Italy ed il marketing agroalimentare ed enogastronomico, Liberato Kevin.

Dall’anno 2019 è nata in Abruzzo una nuova forma di marchio nazionale ed europeo. Il “Ristoranti tipici d’Abruzzo”. Dopo una lunga programmazione il comitato assegnato della delega è riuscito a riconoscere questa certificazione territoriale enogastronomica, atta a valorizzare e proteggere intensamente il patrimonio culturale e ristorativo attraverso l’uso di prodotti DOP, IGP e STG.

Per i meno esperti attraverso l'istituzione e la concessione del marchio, Regione Abruzzo intende promuovere e valorizzare le produzioni agroalimentari e zootecniche inserite nel proprio sistema per la qualità controllata e promuovere lo sviluppo della ristorazione tradizionale di qualità.

Intraprendendo l’iter di riconoscimento i ristoratori seguiranno norme specifiche e dettagliate sull’utilizzo dei prodotti agroalimentari tradizionali, come i marchi di origine protetta.

Questa iniziativa della regione non è tra le prime, dato che negli ultimi anni si è deciso di fare una campagna proattiva per ogni settore del territorio. A partire dal cicloturismo fino alla valorizzazione ecosostenibile, il marchio R.t.A. è solo l’ultimo di una serie, si spera, di collaborazioni tra cittadini e pubblica amministrazione. Il valore aggiunto che avranno i consumatori finali sarà sicuramente dato dalla ‘pubblicità’ che questo marchio riesce a conferire, avente validità nazionale ed europea, soprattutto perchè l’operazione in corso risulta essere unica in Europa e unica regione italiana dotata di questa denominazione.

Un’occhio ai prodotti chiamati in causa è d’obbligo. Tramite l’utilizzo di almeno il 60% delle materie prime provenienti da produzioni abruzzesi, la cosiddetta filiera corta e gli stakeholder chiamati in causa divengono punto cardine per il successo di questo marchio. Si sviluppa un’economia circolare nel piccolo, dove il prodotto a km 0, si instaura come protagonista nei ristoranti che aderiscono. Alcune enogastronomie da utilizzare nel percorso sono l’agnello del centro Italia IGP, olio aprutino pescarese DOP, carota dell’altopiano del Fucino IGP, e ancora molti altri.

Dato che, la competitività del mercato, tra le regioni italiane, sta crescendo molto quasi da sfiorare una guerra al migliore, lo sfruttamento del marchio nato pochi anni fa è una luce in fondo al tunnel.

La globalizzazione sta accelerando questo processo che porterà i nostri prodotti ad una visibilità internazionale, capace a seconda di quello che faremo di far crescere in maniera esorbitante la nostra qualità esportata. Per questo i ristoratori che abbracciano il settore sono quasi obbligati a usufruire di questa nicchia di mercato capace di far esplodere la cultura abruzzese ed italiana nel mondo.

L'economia rovinata anche dal COVID-19, deve trovare attraverso queste opportunità la luce in fondo al tunnel che ci serve per spiccare nel marketplace.