Occhio che tra Draghi e Salvini non c'è guerra. E neppure Speranza



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
22/04/2021 alle ore 14:12



Filtra irritazione. Non potevamo fare diversamente. Da un lato Mario Draghi fa sapere. Dall’altro Matteo Salvini spiega. E tuttavia l’astensione della Lega sul decreto del governo che comincia, molto lentamente, a riaprire sembra una questione più di forma che di sostanza. Posizioni distinte, ma non davvero distanti.

Draghi, che non è un capo politico e non ha un partito, ha deciso di muoversi con cautela nel mare della politica, ma sa perfettamente che la sua missione è una e una soltanto: riportare l’Italia a vivere. Vede bene che la gente non ce la fa più, che il peso delle restrizioni si fa giorno dopo giorno insostenibile e che il rischio di scapocciate persino violente, è reale.

Vaccinare, riaprire e ripartire è il compito che SuperMario si è assegnato; a questo indirizza ogni energia, limando il piano da inviare a Bruxelles. E fingendo financo comprensione per l’inutile Speranza e le sue ossessioni egemoniche, cui pian piano sta sfilando compiti e poteri.

Salvini ha un compito più complesso. È un leader e perciò da un lato deve rispondere ai suoi, ad una base che è anzitutto l’Italia dell’impresa, delle partite iva, dei non garantiti. Dall’altro deve però pure rintuzzare la concorrenza della Meloni che cerca di sfruttare la rabbia montante di chi non ce la fa più per trionfare nei tanto amati sondaggi senza mai prendersi una responsabilità (leggi comunali di Roma!).

Entrambi, Draghi e Salvini, sanno che l’uscita dal tunnel della pandemia non è più una chimera, un futuro ignoto e che, anche grazie all’arrivo dei fondi del Recovery, la spinta al Prodotto interno lordo può davvero essere poderosa e persino risolutiva.

Nel frattempo l’uno e l’altro devono tenere a bada tifoseriefanatismi e pregiudizi. Con gli ululati di quanti, a getto continuo in queste giornate, gridano al tradimento delle attese o inneggiano al decisionismo salvifico. Quelli per cui se Draghi silenzia Salvini è un nuovo Cavour e quegli altri che se Salvini si impone a Draghi è di nuovo il grande Capitano. Gente che parla e scrive pro domo sua. Per pavoneggiarsi e dimostrare di esserci. Che l’io ipertrofico lo sublima su social o in tv. E che non ha mai il problema di decidere.