La pandemia sembra accelerare il declino di quest'Europa



di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
31/03/2021 alle ore 11:46



Arranca, litiga, subisce. L’Europa, intesa come entità geopolitica, non solo s’e’ presa il virus, ma si prende anche sberle quotidiane dal resto del mondo che, al contrario, si muove con attenzione e risolutezza.

Indietro nella valutazione iniziale, nella risposta e nella prevenzione, ma ben piantata nella sua saccente e onnipresente burocrazia, l’istituzione comunitaria ha inanellato una serie clamorosa di insuccessi sulla gestione della pandemia che, parafrasando Ennio Flaiano, le stanno dando alla testa.

Il primo dato che salta all’occhio è che questa “grande potenza” economica non sia riuscita a produrre in proprio un antidoto al virus, mentre tutti gli altri competitori globali ne hanno generato diversi. Quattro vaccini cinesi, quattro americani, tre russi e uno inglese, segnano una debacle per l’autostima continentale mai vista prima.

A tutto questo si somma la risibile, ridicola contrattazione con le multinazionali del farmaco: a Bruxelles sono riusciti nell’impresa di siglare contratti di acquisto che neppure uno sprovveduto, senza nessun obbligo e nessuna responsabilità per le case farmaceutiche. Dulcis in fundo il diritto alla prelazione clamorosamente rimasto inevaso.

Non è di questa inefficienza e incapacità che aveva bisogno il cittadino europeo alle prese con il dannato virus. E quanto all’Italia, per dire, se con tutti i nostri difetti avessimo fatto da soli, acquistando noi, come pure infine ha minacciato Draghi, dando così la prima vera scossa alla Commissione von der Leyen, avremmo probabilmente fatto meglio. E magari non staremmo oggi ad attendere che ci siano centellinati i vaccini.

Come chiaramente spiegato dagli inglesi, ben felici di avere abbandonato la zattera giusto in tempo, l’Ue si è presentata a questa che è una moderna guerra globale come quegli sprovveduti o squilibrati che partecipano ad una sparatoria armati di coltello.

Le chiacchiere, a cominciare da quelle sulla ineludibilita’ di un destino comune, sono buone in tempi di pace e tranquillità. Oggi servono fatti concreti, iniziative puntuali per uscire da una emergenza diventava ogni giorno più insopportabile. Altrimenti è chiaro che tutta l’architettura europea subirà un contraccolpo. E per questa Unione non ci sarà più nulla da fare.