I vaccini sono le nuove atomiche della sfida globale. Noi restiamo la patria del melodramma




Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
20/03/2021 alle ore 12:16



Con i vaccini, non con le atomiche. Il moderno conflitto mondiale non sembra prevedere più metropoli rase al suolo dai megatoni delle testate nucleari, ma lookdown forzati, distanziamento sociale e inoculazioni di massa.

Joe BidenXi Jinping e Vladimir Putin, i tre player globali, hanno fatto capire, ognuno a modo suo, che una nuova stagione di confronto/scontro è in atto. Il guaio è che purtroppo siamo di nuovo noi, anche noi, uno dei “campi di gioco” principali dove si misureranno.

Inaugurata dalla nuova amministrazione democratica di Biden con l’affondo tv contro Putin e la replica puntuta del Cremlino, questa “guerra tiepida” è subito proseguita in Alaska con le violente sberle verbali tra la delegazione statunitense e quella cinese al loro primo summit. 

Tutti e tre hanno risposto alla pandemia autonomamente producendo i vaccini. Ed hanno cominciato subito a usarli come arma tattica. Una guerra, questa del siero, che ci vede spettatori interessati e preoccupati e che è appunto la forma che in questo nuovo millennio sta assumendo il confronto tra superpotenze che competono per il dominio. 

Il resto, a partire dalla mitica Unione Europea che nel momento del bisogno ha purtroppo mostrato i piedi d’argilla, si allea a questo o quello oppure resta alla finestra. Fingendo di fare e proporre, in realtà cercando di capire se possa sfruttare i benefici offerti dall’uno o dall’altro.

Col di più, tutto italiano, delle iniziative bislacche e autoflagellatorie. Come l’istituzione della celebrazione per le vittime Covid. Dimenticando, per dire, le 280mila che muoiono di cuore o le 180 mila che se ne vanno per tumore, ogni santo anno!, e non per pandemia una tantum

Ma tant’è. Mentre la nuova guerra globale è cominciata, l’Italia si ritaglia un evento esclusivo. Che sia la patria del melodramma, lo sanno ovunque!