Il Governo ha siglato ieri, insieme ai segretari generali di Cigl, Cisl e Uil, un “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, gettando le basi per la partenza del Recovery Plan, riscrivendo l’organizzazione e l’operatività del pubblico impiego.
Il Presidente Draghi ha dichiarato che “il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società”, mentre il Ministro Brunetta, in audizione in Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro di Camera e Senato, aveva sostenuto che “uno Stato è amato, serio, efficiente quanto la Pubblica amministrazione è seria, amata, efficiente”. Spunti emotivi che si sono tradotti in impegni formali.
Diversi sono gli elementi su cui si basa l’accordo:
-investimenti in digitalizzazionecon creazione di piattaforme informatiche che connetteranno i cittadini e la PA, anche evitando duplicazione di documenti e favorendo un percorso fluido di informazioni tra vari Enti,
-aggiornamento sistematico delle competenze dei dipendenti pubblici,inteso come diritto/dovere permanente alla formazione, rispondendo all’evoluzione e alle esigenze dei tempi moderni,
-adozione di nuovi sistemi di assunzionee percorsi di selezione del personale, modificando l’implementazione delle attuali graduatorie a scorrimento con durata pluriennale, che mal si prestano alle reali esigenze delle singole Amministrazioni e non tengono conto della necessità di introdurre il know how necessario al momento storico attraversato dal Paese. Gli organici attualmente fermi, per via del blocco delle assunzioni sviluppatosi negli anni ed anche per le importanti fuoriuscite dal mondo del lavoro pubblico attivatesi con le riforme pensionistiche, saranno rinforzati con investimenti che garantiranno l’introduzione di nuovo personale e professionalità munite delle più recenti e moderne competenze tecniche e gestionali(come ad esempio project management, risk management),
-regolamentazione contrattuale dello smart working, definendo una disciplina normativa adeguata, senza più farlo transitare sotto la legge adottata durante la pandemia,
-l’ adozione di un sistema adeguato di valutazione oggettiva della produttività dei dipendenti pubbliciche sia trasparente ed orientata al risultato,
- rinnovo dei contratti del pubblico impiego del triennio 2019-2021per circa 3,2 milioni di dipendenti, con impegno del Governo a riavviare la trattativa contrattuale già dal prossimo venerdì 12 marzo,
- estensione ai lavoratori pubblici delle agevolazioni fiscali previste per il settore privatorelativamente al welfare aziendale e alla previdenza complementare.
In questo quadro complesso ed articolato non potrà certamente mancare l’introduzione di un sistema di incentivi all’esodoper le persone vicine all’età pensionabile, in modo da garantire agli organigramma un adeguato ricambio generazionale che risponda alle pressanti esigenze dettate dalla travolgente evoluzione tecnologica. Come ha sostenuto il Presidente Draghi: “molto, se non quasi tutto, resta da fare”.